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Recensione Generation Zero - Tra anni 80 e invasioni robot

Svezia: un'invasione di robot ha messo a ferro e fuoco la nostra casa e non solo: dobbiamo capire cosa è successo e come fermarlo. Combattiamo insieme in Generation Zero!

Silenzio, totale silenzio

Non è la prima volta che parliamo di Generation Zero: abbiamo già scritto del titolo di Avalanche Studio in occasione della closed beta ma oggi siamo qui per dirvi cosa ne pensiamo nella nostra recensione. Avevamo già sollevato qualche dubbio in fase di anteprima: vediamo insieme se la release finale ha soddisfatto o no le nostre aspettative. 
 
Generation Zero
 

La trama di Generation Zero

Partiamo proprio dal primo punto che ci aveva lasciato con un grosso punto di domanda in fase di anteprima: come sarà la trama di Generation Zero? Perchè se dal punto di vista delle atmosfere e della tensione che il titolo sapeva creare non avevamo avuto dubbi sul piano narrativo qualche dubbio ci era rimasto incollato: ecco la situazione non è migliorata di molto con la release definitiva.

In Generation Zero impersoniamo un ragazzo che, dopo un giro in barca, rientra al suo paesello e ritrova tutto a ferro e fuoco (esattamente come mostrava anche la closed beta) ed, esattamente come la closed beta anche in questo caso non ci è dato sapere cosa sia successo e perchè, almeno fino al nostro primo incontro con uno dei robot che hanno attaccato il nostro villaggio. E’ il 1989, siamo su un’isoletta di dieci chilometri quadrati in Svezia e il mondo che conoscevamo è stato messo a ferro e fuoco dalle macchine: non sappiamo perchè, non sappiamo dove sono i nostri amici e conoscenti e l’unica cosa che possiamo fare è cercare di sopravvivere intanto che cerchiamo spiegazioni per l’accaduto.

Questo è quello che Generation Zero offre al giocatore per quanto riguarda la trama; speravamo che proseguendo nella nostra avventura il titolo cercasse di farci addentrare di più nei vari meandri della narrazione ma così non è stato e la cosa ci ha lasciato un po’ male perchè dal punto di vista dell’ambientazione e della tensione il titolo di Avalanche Studio ci sa davvero fare. Il gioco ci mette davanti a quest abbastanza scialbe e prive di mordenti e ci obbliga a viaggiare in lungo e in largo per l’isola per motivi “quasi futili” o che non riescono a spingere il giocatore ad andare avanti. Sembra quasi che gli sviluppatori si siano concentrati di più sul mondo di gioco che non sulle avventure da far vivere al giocatore ed è davvero un grosso peccato.
 
Generation Zero
 

Il gameplay di Generation Zero

Per parlare del gameplay di Generation Zero dobbiamo prima di tutto fare un grosso distinguo: l’avventura giocata in singolo e l’avventura giocata in cooperativo perchè l’esperienza di gioco cambia radicalmente. Sia ben chiaro, non è che giocando in compagnia di un amico Generation Zero offra “qualcosa di più da fare”, ma giocando con un amico si elimina il fattore “ripetitività” e noia di cui invece il titolo soffre in singolo. A voler ben guardare non è infatti il titolo che cambia la pelle ma il fatto di giocarlo in compagnia di qualcuno e trovare quindi uno stimolo in più per proseguire.

Passati infatti i primi attimi dove bisogna prendere confidenza con l’ambiente, le armi e le meccaniche di gioco stealth e non Generation Zero avrà ben poco da offrirvi se non una serie di quest più o meno riuscite che vi obbligheranno a camminare da un punto all’altro dell’isola (si camminare, non potrete usare nemmeno un veicolo, anche se sul vostro cammino ne incontrerete parecchi). Il fattore ripetitività si riscontra anche (e purtroppo) nei combattimenti: una volta capiti i pattern di attacco degli avversari gli scontri risulteranno abbastanza noiosi e anche se il gunplay è ben strutturato perderete abbastanza in fretta la voglia di andare avanti perchè il titolo sembra non premiare a sufficienza il giocatore per quello che fa.

Un breve tutorial vi permetterà di apprendere le meccaniche di base in pochi minuti e, una volta passato questo lasso di tempo, il gioco vi catapulta nel vero e proprio mondo di gioco, quasi abbandonandovi a voi stessi. Se questo approccio riesce ad aumentare molto il coinvolgimento del giocatore col mondo di gioco e aiuta a creare quella sensazione di oppressione che il titolo cerca di creare in ogni momento il rovescio della medaglia è che ci si sente buttati in un sandbox privo di una vera e propria anima, lasciati soli a noi stessi. Per quanto riguarda la localizzazione Generation Zero è sottotitolato in italiano mentre le poche voci sono doppiate in inglese.
 
Generation Zero
 

L’arte e la tecnica di Generation Zero

Dopo aver evidenziato i problemi narrativi e di gameplay è giunto il momento di dare a Cesare quel che è di Cesare e parlare quindi del comparto artistico del titolo. Generation Zero dal punto di vista della direzione artistica è davvero eccezionale. Per certi versi ci siamo ritrovati in ambientazioni così cariche di pathos che non vedevamo dai tempi di Half Life 2 (e qui stiamo facendo davvero un gran complimento al titolo Avalanche Studio).

L’idea di ambientare Generation Zero alla fine degli anni 80 con una serie di riferimenti interessanti che sicuramente stuzzicheranno la memoria di molto di voi è davvero ottima, da questo punto di vista Generation Zero risulta originale e unico nel suo genere. Anche l’utilizzo di un’isola svedese come background per il titolo è una scelta azzeccata che mette in mostra degli ambienti e dei luoghi che difficilmente si ritrovano in altri titoli. Dal punto di vista tecnico il motore di gioco Apex Engine di Avalanche Studio fa il suo sporco lavoro e riesce a rendere perfettamente il mondo distopico immaginato dagli sviluppatori svedesi.

Durante la nostra prova abbiamo assistito solo raramente a rallentamenti e il titolo si è sempre dimostrato reattivo e scattante, così come i comandi di gioco. Ottimo l’uso dei (pochi) effetti sonori, dosati sapientemente per contribuire a creare quell’atmosfera unica che Generation Zero riesce a creare per il giocatore.
 
Generation Zero

Generation Zero

Generation Zero è un titolo che sembra essersi dimenticato cos’è un videogioco. Se da una parte troviamo una ambientazione eccezionale e per molti versi unica nel suo genere, dall’altra troviamo un mondo vuoto e spoglio, senza appigli narrativi validi che spingano il giocatore a sapere “perchè” e “cosa” è successo nel mondo di gioco. Sembra che Generation Zero sia stato pubblicato (molto) prima del tempo ed è un peccato perchè le premesse per un ottimo titolo c’erano davvero tutte. Il titolo di Avalanche Studio si salva in corner con una sufficienza risicatissima solo ed esclusivamente per l’ambientazione che gli sviluppatori sono stati in grado di creare.

8

Trama 7.00

Gameplay 8.00

Arte e tecnica 8.00

Pro:

ambientazione eccezionale

grande atmosfera

Contro:

molto dispersivo

trama incosistente

ripetitivo

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