The Astronauts ci racconta una storia intensa ed emozionante, un viaggio tra la vita e la morte come non se ne vedevano da tanto tempo.
A sentire nominare People Can Fly la prima cosa che salta alla mente è Painkiller, il frenetico FPS che uscì diversi anni fa su PC e successivamente rimasterizzato per console. Il suo fondatore Adrian Chmielarz è anche il fondatore di The Astronauts, la software house indipendente che ha dato vita a The Vanishing of Ethan Carter, il titolo di cui discutiamo oggi. Mettetevi comodi e preparatevi perché, possiamo anticiparlo subito, The Vanishing Of Ethan Carter è un’avventura grafica tra le più immersive e belle che ci è capitato di giocare da parecchio tempo.
The Vanishing Of Ethan Carter vede protagonista un detective un po’ fuori dagli schemi: Paul Prospero. Il nostro indagatore ha una caratteristica che lo differenzia da tutti gli altri detective in circolazione: può interagire con gli spiriti dei defunti. E’ proprio questa sua particolarità che lo porta a Red Creek Valley, un paesino incontaminato nel Nord America. Quei luoghi nascondono però più di un segreto e un’alone di mistero circonda le poche case annidate tra rigogliose foreste bagnate da un fiume.
Il nostro compito sarà quello di indagare sulla scomparsa di Ethan Carter, un bambino che abitava in quel paesino e scoprire cosa ne è stato di lui. Il nostro eroe può contare su poteri paranormali che gli consentono di vedere cose invisibili agli occhi dei comuni mortali, ed è proprio grazie a questa sua innata capacità che l’avventura raccontata nel titolo riesce a rendersi interessante e fuori dagli schemi.
Non vogliamo svelarvi nulla sulla trama per non rovinarvi nessuna sorpresa anche perché la durata di The Vanishing of Ethan Carter ha una longevità che si assesta sulla manciata d’ore, in meno di cinque ore arriverete infatti ai titoli di coda. Non fermatevi al mero computo delle ore spese nel titolo però, perché le emozioni e cura con cui è stata scritta la sceneggiatura meritano ogni singolo minuto del vostro tempo.
Dal punto di vista del gameplay The Vanishing of Ethan Carter si pone a metà strada tra un’avventura grafica e un walking simulator. Il titolo dei ragazzi di The Astronauts prende spunto da diversi titoli (guardando i paesaggi e il clima generale salta subito alla mente Dear Esther ad esempio) e riesce ad ammaliare il tutto in un gioco che riesce a trasmettere forti emozioni al giocatore.
Un po’ thriller e un po’ walking simulator, The Vanishing of Ethan Carter propone al giocatore enigmi mai complessi ma nemmeno banali, un sistema ben riuscito e congegnato permette al giocatore di apprendere un poco alla volta le meccaniche del gioco e di usarle per svelare i misteri che avvolgono Red Creek Valley. The Vanishing of Ethan Carter risulta un’avventura grafica che si differenzia dal resto del panorama proprio per le sensazioni che riesce a trasmettere al giocatore, un po’ come in What Remains of Edith Finch (di cui potete leggere la nostra recensione qui) la narrazione è al centro del titolo e guida tutto il gameplay.
The Vanishing of Ethan Carter offre una trama non lineare, ogni partita al titolo di The Astronauts può essere approcciata in modo diverso, gli sviluppatori infatti non hanno imposto paletti e, pur con questa libertà, sono riusciti a tenere il gioco saldamente ancorato alla narrazione e alla trama che si erano prefissati. Oltre alla modalità avventura, la versione XBOX One da noi testata, offre anche una nuova modalità di esplorazione libera che consente al giocatore di poter esplorare le varie ambientazioni senza dover necessariamente seguire gli indizi trasformando il titolo in un walking simulator.
Ed è il comparto artistico e tecnico (sopratutto) che lascia più a bocca aperta del titolo, o meglio che lascia subito di stucco. Mentre la narrazione ha bisogno di un tempo di assimilazione più lento, il comparto grafico di The Vanishing Of Ethan Carter colpisce duro subito e lo fa senza mezze misure: il titolo di The Astronauts è dannatamente bello, una vera gioia per gli occhi. Il motore di gioco che muove tutto questo ben di Dio è l’Unreal Engine strausato in molteplici produzioni ma sfruttato a dovere in poche, ecco qui siamo in uno di quei casi. Gli sviluppatori hanno saputo mettere su schermo ambienti che lasciano senza fiato e tutto si muove senza il minimo scatto, la minima incertezza.
Pur non mostrando una mole poligonale fuori parametro il colpo d’occhio è incredibile forse anche grazie alla quasi totale assenza dell’HUD. Artisticamente parlando The Vanishing Of Ethan Carter si difende ugualmente bene riuscendo a proporre una direzione artistica d’impatto ricca di piccoli colpi di classe (come ad esempio le parole che si disegnano sugli oggetti con cui possiamo interagire e che “fluiscono” da questi ultimi come se fossero scritte su un blocco notes). A chiudere il cerchio della realizzazione artistica e tecnica va aggiunto un sonoro curatissimo che riesce a dare ulteriore profondità agli ambienti di gioco e ai luoghi che andremo a visitare lungo la nostra avventura. Il titolo è sottotitolato in italiano e doppiato (dannatamente bene) in inglese.
The Vanishing Of Ethan Carter è un’avventura che ogni giocatore che si definisce tale dovrebbe vivere. Nella manciata d’ore che servono per arrivare ai titoli di coda vi capiterà di emozionarvi, rabbrividire e sorprendervi e per tutta la vostra partita non ci sarà un momento “morto”. The Astronatus ha confezionato un nuovo piccolo classico, un titolo da avere nella proprio ludoteca.
Trama 9.00
Gameplay 8.00
Arte e tecnica 9.00
storia ben narrata
alcuni momenti sotto tono