Cantando all'inferno
Spesso l'unione di diversi generi videoludici genera dei veri e propri capolavori, piccole perle che riescono ad entrare nel cuore di tanti appassionati in pochissimo tempo. L'ultimo caso (in ordine temporale) di un connubio perfettamente riuscito lo si può trovare, ad esempio, in
Cult of the Lamb. Il titolo di
Massive Monster riesce a fondere in modo ottimale delle meccaniche da twin stick shooter a quelle di manageriale senza far pesare ne l'una ne l'altra meccanica di gioco (se vi siete persi la nostra
recensione di Cult of the Lamb per Nintendo Switch correte a leggerla!). Ad ogni modo mettiamo da parte le sette sataniche e occupiamoci di altri demoni perchè oggi parliamo di
Metal: Hellsinger. In questo caso i ragazzi di The Outsiders hanno mixato due generi molto diversi tra loro:
FPS e
rhythm game, come? Volete sapere cosa ne è venuto fuori? Allora seguiteci nella nostra
recensione di Metal: Hellsinger per PC (giocato su
Steam Deck!).
La trama di Metal: Hellsinger
L'abbiamo detto e ridetto più volte: cercare una trama fitta e interessante in un FPS è un po' come cercare un ago in un pagliaio, ovvio abbiamo sempre eccezioni (qualcuno ha detto
Bioshock?) ma in generale la trama di uno sparatutto è spesso fine a se stessa. Ecco,
Metal: Hellsinger non fa eccezione e presenta al giocatore semplicemente un piccolo incipit che altro non fa che catapultare il giocatore in un mondo ricolmo di demoni per fraggarli senza pietà.
Ad ogni modo i ragazzi di
The Outsiders una sorta di mini canovaccio narrativo l'hanno proposto e chi siamo noi per privarvene? Ecco che in
Metal: Hellsinger impersoniamo
Ignota, un demone (o demonessa?) che si è vista privare la voce dalla
Giudice ed è proprio questo fatto che obbliga la nostra protagonista a farsi un viaggetto per tutti gli angoli dell'inferno sterminando qualsiasi cosa si pari dinnanzi a lei. Armati fino a i denti, o meglio, incattivite come poche ci accingiamo quindi a stanare la Giudice e a recuperare la nostra amata voce.
Per il resto il titolo prosegue in modo abbastanza lineare e, in circa una decina d'ore, dovreste arrivare senza grossi problemi ai titoli di coda. Insomma non aspettatevi chissà che storia da Premio Pulitzer ma la storia fa il suo lavoro egregiamente. Al netto di quanto possa essere profonda e interessante la trama è chiaro che il titolo prodotto da
Funcom punti più al gameplay che alla storia in se e per se. Buone notizie però per i non anglofoni infatti
Metal: Hellsinger è tradotto in italiano.
Il gameplay di Metal: Hellsinger
Se la componente narrativa non è certamente il punto focale della produzione la stessa cosa non si può dire del
gameplay di Metal: Hellsinger. Il titolo di
The Outsiders prende molto di quanto proposto da ID e dagli ultimi capitoli di
DOOM (magari date una letta alla nostra
recensione di DOOM Eternal) a livello di frenesia e di ritmo dell'azione ma la chiave di lettura di Metal: Hellsinger è proprio la parola
ritmo. Gli sviluppatori hanno infatti mixato le meccaniche tipiche dei
rhythm game con quelle degli
FPS. Per farvi largo tra gli avversari che troverete nella vostra crociata negli inferi dovrete infatti fare i conti con la variabile del ritmo. Ogni livello presenterà una canzone "di sotttofondo" che in realtà ha ben poco da sottofondo e molto da protagonista.
In Metal: Hellsinger devastare demoni a ritmo di metal da grandissime soddisfazioni
Ogni volta che colpirete un avversario andando a ritmo con la colonna sonora del titolo (e vi possiamo garantire che il gioco vanta una soundtrack decisamente di spessore) un moltiplicatore di danno andrà ad incrementare la nostra potenza di fuoco (fino ad un impressionante
16X). Ovviamente più teniamo lunghe le nostre "catene di ritmo" più il danno che andremo a fare sarà impressionante ma, ogni volta che verrete colpiti o che perderete il ritmo il moltiplicatore scenderà rendendo il tutto più complesso. Se infatti nei primi livelli il gioco vi "accompagna" spiegando le meccaniche nei livelli successivi le cose si fanno sempre più complicate (e incasinate) e mantenere catene di ritmo diventa molto complesso.
Il titolo da al giocatore degli aiuti per riuscire a tenere il tempo, il mirino della spada o delle vostre armi "pulsa a ritmo" e aiuta parecchio ma quando dovrete prestare attenzione a palle di fuoco, attacchi da ogni lato e agli avversari che vi si scagliano contro le cose di fanno più difficile. A venire in aiuto della protagonista (oltre ad un teschio che troverete ad inizio dell'avventura ma di cui non vi svegliamo nulla) ci sono una varietà di armi abbastanza corposa ma non soverchiante.
Inutile dire che vi consigliamo di giocare a
Metal: Hellsinger utilizzando un buon paio di cuffie o di auricolari e che non potrete giocare senza il sonoro. Parlando di difetti dobbiamo ricordarvi che ogni volta che morirete dovrete ricominciare il livello da capo e, sopratutto nei livelli finali questo potrebbe risultare un po' frustrante.
L'arte e la tecnica di Metal: Hellsinger
A livello artistico e di design abbiamo apprezzato molto le scelte fatte dagli sviluppatori sia per il design della protagonista che per quello degli ambienti di gioco e degli avversari. Particolarmente interessante e ben riuscito il design di
Ignota ma anche le varie schermate di intermezzo tra un capitolo e l'altro sono realizzate molto bene.
Tecnicamente
Metal: Hellsinger è il classico titolo che riesce a dare un ottimo colpo d'occhio pur senza muovere miliardi di poligoni al secondo con effetti trascendenti. Durante le nostre partite su
Steam Deck abbiamo settato il limitatore degli fps sui 40 e e il titolo gira fluidamente senza problemi di sorta (anche se non risulta, al momento in cui scriviamo la recensione, non è flaggato come ufficialmente compatibile). Anche la disposizione dei comandi è decisamente comoda e, pad alla mano, possiamo dire che Metal: Hellsinger è un titolo che si lascia giocare alla grande.
Ottima la componente audio del titolo (anche perchè, giocoforza, è paret dell'essenza stessa del gameplay). Gli appassionati di metal tra voi potranno sgranare gli occhi (e aguzzare le orecchie) visto che nella soundtrack troverete nomi di artisti dei Dark Tranquillity, Arch Enemy, Soilwork e System of a Down (giusto per citare i primi che ci sono venuti in mente).