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Recensione City of Brass - Un FPS da Le Mille e una Notte

Siete pronti a buttarvi in magiche atmosfere da Le Mille e Una Notte con City of Brass? Sconfiggi la maledizione in questo FPS rogue like dalle magiche ambientazioni

Una città tra le dune del deserto

Ci sono videogiochi che, anche solo pronunciandoli, riescono a catalizzare l’attenzione di qualsiasi videogiocatore passi nei paraggi, uno di questi è senza dubbio Bioshock. E’ proprio con questo nome che vogliamo attrarre la vostra attenzione verso City of Brass, perché lo sparatutto di Uppercut games è stato sviluppato proprio da persone che hanno collaborato al capolavoro di Irrational Games, e questo è già un ottimo biglietto da visita…

City of Brass

La trama di City of Brass

A differenza del capolavoro citato in apertura, City of Brass non mostra un forte comprato narrativo, anzi è praticamente solo accennato e privo di un vero mordente. Non provate quindi minimamente a pensare all’ideologia di Rapture o ai salti temporali che viviamo a Columbia in Bioshock Infinite. City of Brass ci porta in questa mitica città, un tempo ricca oltre ogni immaginazione ed ora maledetta.

I suoi cittadini, avidi oltre ogni immaginazione cercarono di aumentare la loro ricchezza e il loro potere evocando dei geni. Una volta liberati questi soggiogarono la città e lanciarono su di essa una maledizione. Al netto di ogni maleficio su quella che fu una vera e propria perla nel deserto la sua ricchezza è ancora tangibile e, sopratutto, li per essere presa. Ed è proprio qui che entriamo in gioco noi, nei panni di un ladro dobbiamo raggiungere il centro della città dove antiche storie narrano sia custodito il tesoro più ricco e importante di tutta la città.

Come avete ben potuto capire anche voi non è una trama da Oscar quella che ci accompagna alle porte della Città d’Ottone e non fa nient’altro che presentarci un mero pretesto per affrontare i (tredici) livelli che ci separano dalle mura esterne al centro cittadino. 

City of Brass

Il gameplay di City of Brass

Se dal punto di vista della trama e della narrazione l’opera di Uppercut Games non brilla certo per originalità e spessore, il discorso varia sensibilmente quando si vanno a toccare le corde del comparto gameplay. Da questo punto di vista City of Brass si presenta come uno sparatutto roguelike (con alcune similitudini con Immortal Redneck) caratterizzato da una generazione procedurale dei livelli e da una libertà d’azione atipica per il genere.

In City of Brass abbiamo infatti a disposizione fondamentalmente due armi, la frusta che il nostro protagonista impugna nella mano sinistra e la sciabola nella destra. E’ grazie alla frusta che il nostro novello Indiana Jones può effettuare una serie di azioni che riescono a diversificare costantemente il gameplay.

Grazie alla frusta possiamo staccare parti del corpo dei nostri avversari, attivare trappole sparse per i livelli (magari facendovi precipitare i nostri nemici), aggrapparvi a zone altrimenti irraggiungibili e recuperare tesori fuori dalla nostra portata. La frusta vi offre anche la possibilità di attirare gli avversari verso di se portandoli così alla mercé della vostra affilata scimitarra ma non solo, a seconda di dove colpiamo gli avversari infatti produrremo un effetto diverso. Se vogliamo stordire il nostro nemico dovremo mirare alla testa, volete invece fargli perdere la sua arma? Mirate al braccio. Un gruppo di avversari sta cercando di agguantarvi e volete rallentarli? Colpire alle gambe vi aiuterà a prendere tempo perché questo li rallenterà.

City of Brass offre un approccio frenetico all’azione e obbliga il giocatore a continuare a cambiare schema di combattimento e sfruttare sia l’ambiente circostante che gli eventuali oggetti recuperabili. Ci troveremo così per le mani bombe che ci consentono di eliminare avversari e, al contempo, spostarne altri ancora verso trappole. Ogni volta che poniamo fine all’esistenza di un nostro avversario possiamo recuperare dell’esperienza che, grazie ad apposite lampade nel gioco potremmo convertire in upgrade da dei geni dedicati a tale scopo. Ed è proprio grazie a questa progressione che possiamo riuscire a portare a termine i tredici livelli che ci separano dai titoli di coda.

City of Brass

L’arte e la tecnica di City of Brass

Parlando di design e di direzione artistica City of Brass si difende decisamente bene, le atmosfere da “le mille e una notte” sono rese splendidamente e le architetture che la città ci mostra con tutta la sua magnificenza regalano scorci che non dimenticherete tanto facilmente.

I ragazzi di Uppercut Games hanno svolto un ottimo lavoro per rendere il proprio prodotto riconoscibile e dotato di un carisma e di una impronta personale evidente e unica.

Tecnicamente parlando il titolo riesce a portare a schermo un’azione che gira fluida a 30 FPS (abbiamo provato la versione XBOX One) senza rallentamenti di sorta anche nelle situazioni più concitate e il tutto a 1080p. La generazione casuale dei livelli, pur non potendo presentare (ovviamente) un level design paragonabile con ambienti progettati a mano, mostra una discreta varietà e offre ambientazioni dove è possibile esplodere tutte le caratteristiche peculiari del gameplay pensato dal team di sviluppo. In ultima analisi anche la componente sonora ci ha soddisfatto ricalcando fedelmente melodie tipiche delle storie da “Le mille e una notte”.

City of Brass 

City of Brass

City of Brass è un ottimo biglietto da visita per i ragazzi di Uppercut Games: fresco, divertente e immediato. Il titolo risulta un FPS rogue like che ha da dire la sua con una formula di gameplay stratificata e varia che mette il giocatore al centro del gioco. Consigliatissimo agli amanti degli FPS frenetici che non disdegnano un gameplay più complesso del semplice “spara spara”.

8

Trama 7.50

Gameplay 8.00

Arte e tecnica 8.00

Pro:

divertente e immediato

Contro:

abbastanza classico

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