Troppo spesso non considerati
Oggi parliamo di un titolo davvero particolare, potremo definirlo unico per diversi aspetti. Il gioco di cui ci occupiamo oggi è
Buildings Have Feelings Too!, un titolo in cui i protagonisti non sono possenti cavalieri in armatura, ne fantastiche eroine moderne o coraggiosi esploratori di pianeti lontani: no, i protagonisti di Buildings Have Feelings Too! sono gli edifici, le case, le costruzioni che ogni giorno utilizziamo e che, molto spesso, consideriamo come dati per scontati. Ed è con l'idea folle di dare un anima ed un cuore agli edifici che i ragazzi di
Blackstaff Games hanno iniziato lo sviluppo del titolo e noi ora siamo qui per parlarne. Se la questione vi incuriosisce non vi resta che continuare a leggere la nostra
recensione di Buildings Have Feelings Too! per Nintendo Switch.
La trama di Buildings Have Feelings Too!
E poteva un titolo così folle nelle intenzioni avere un comparto narrativo poco sensato? Beh forse avrebbe anche potuto ma i ragazzi di
Blackstaff Games hanno pensato ad una componente narrativa decisamente interessante per il titolo. Se infatti immaginiamo che gli edifici che ogni giorno utilizziamo hanno un cuore quale sarebbe la loro prima preoccupazione? Probabilmente si chiederebbero cosa ne sarà di loro nel futuro e, soprattutto, se sono ancora utili come lo erano un tempo.
Buildings Have Feelings Too! inizia proprio da questo secondo concetto: l'utilità degli edifici col passare degli anni. La
storia di Buildings Have Feelings Too! è ambientata nei primi del novecento e ci mette nei panni dell'
Hotel Via di Mezzo. L'Hotel si è infatti accorto, prima di molti altri edifici, che la città sta cambiando, che le cose per il vecchio cantiere navale (il caro
Old Pete) non vanno esattamente come un po' di tempo fa, il numero di persone che gli gira in torno è dimezzato, il numero di imbarcazioni prodotte si è sensibilmente ridotto: in buona sostanza bisogna cambiare! Ed è così che entriamo in scena noi che cercheremo, passo dopo passo, di riadattare le vecchie strutture della città per renderle più utili e quindi salvarne la loro stessa esistenza.
Buildings Have Feelings Too! ha un approccio al comparto narrativo decisamente interessante, la storia raccontata è ricca di spunti divertenti e non chiude la porta ad una serie di ragionamenti che il giocatore è portato a fare. Man a mano che conoscerete gli altri edifici e vi interfaccerete con essi avrete una visione molto più chiara di tutta la storia della città e delle vicende che la circondano. Non vogliamo rovinarvi alcuna sorpresa e non proseguiremo oltre ma vogliamo dirvi un'ultima cosa:
Buildings Have Feelings Too! è non localizzato in italiano e se non avete conoscenza della lingua inglese potreste avere qualche problema nel comprendere a fondo le meccaniche.
Il gameplay di Buildings Have Feelings Too!
Dietro le simpatiche espressioni degli edifici, delle loro gambe e braccia stilizzate,
Buildings Have Feelings Too! nasconde un sistema gestionale profondo che sappiamo farà la gioia degli appassionati del genere. Non l'avevamo ancora detto ma
Buildings Have Feelings Too! può essere categorizzato come un titolo gestionale in cui il compito del giocatore è quello di trovare una nuova vita per i vari edifici della città ed evitare così che questi vengano abbandonati. Per fare in modo che la città possa sopravvivere infatti il giocatore dovrà prestare particolare attenzione agli edifici, al tipo di "mansione" che svolgono e alle richieste che la modernità fa tutti i sacrosanti giorni.
Buildings Have Feelings Too! mette nelle mani del giocatore un sistema di gameplay profondo che offre meccaniche gestionali raffinate.
La storia traina il gameplay vero e proprio, infatti in
Buildings Have Feelings Too! il giocatore avrà a che fare con diversi livelli ognuno legato all'altro: si inizia con un piccolo villaggio vittoriano alle prese con al riconversione delle sue attività che via via cresce e, insieme ad esso, crescono i problemi e le richieste. Non fatevi ingannare dal fatto che gli edifici si muovono e parlano tra loro, posizionarli correttamente e metterli in condizione di collaborare è molto più complesso di quello che ci si possa aspettare. Le relazioni tra ogni edificio sono infatti fondamentali per la crescita stessa della città: se avete posizionato una fabbrica in un determinato punto, posizionare di fianco ad essa un condominio potrebbe non essere la soluzione migliore.
Abbiamo
giocato Buildings Have Feelings Too! su Nintendo Switch e ci siamo trovati abbastanza bene con i comandi di gioco. Abbiamo notato che giocando in modalità portatile si rischia di perdersi qualche dettaglio importante ma il sistema di controllo ci è sembrato sufficientemente ottimizzato e in grado di reggere il gameplay senza problemi.
L'arte e la tecnica di Buildings Have Feelings Too!
Anche dal punto di vista grafico il lavoro svolto dai ragazzi di
Blackstaff Games ci ha colpito. Buildings Have Feelings Too! mostra una direzione artistica ispirata e sicuramente originale, d'altra parte non capita certo tutti i giorni di trovarsi tra le mani un gestionale di città dove i vari edifici parlano, si muovono e provano sentimenti. Ottime le scelte di design, sia dei "personaggi" se così possiamo definirli che dei vari ambienti. Anche la struttura dei menù ci è sembrata chiara e intuitiva.
Dal punto di vista tecnico non abbiamo molto da segnalare,
Buildings Have Feelings Too! si è comportato benissimo durante le nostre partite su
Nintendo Switch e non abbiamo riscontrato problemi o bug che potessero inficiare il gameplay. Abbiamo giocato a Buildings Have Feelings Too! in modalità portatile (come sempre facciamo per i titoli Switch) e dobbiamo ammettere che il titolo pubblicato da Merge Games si presta perfettamente alle partite in mobilità: unico appunto, in alcune situazioni lo schermo dell'ibrida di casa Nintendo ci è sembrato un po' troppo piccolo per le informazioni presenti.
Sullo stesso tono positivo anche il comparto audio con una colonna sonora funzionale al titolo e mai troppo invasiva.