Ancora oggi, dopo tante discussioni ed eventi che hanno come tema “gioco sì, gioco no, gioco forse,
giocare al casino si o no” si parla continuamente di gioco d'azzardo e di come avversarlo. Si studiano nuove formule “di richiamo” per i cittadini che facciano percepire, soprattutto ai cittadini-elettori che “il Comune” lotta contro il gioco pubblico, la sua distribuzione e le sue conseguenze sanitarie. Ogni Comune si sente “portatore di verità” e la conseguenza di tutto questo è sempre studiare qualcosa di nuovo per incentivare gli esercenti a rinunciare alle “famigerate macchinette” ed a diventare “virtuosi” rinunciandovi ed anche rinunciando ad una bella fetta del proprio incasso. Ecco perché, da un po' di tempo a questa parte, sono nati gli “sconti” su tasse di vario tipo con l'obbiettivo appunto di aiutare finanziariamente quelle attività ludiche che “ritornassero sui propri passi” ed eliminassero dai propri locali le slot machine.
Sono nati, quindi, i locali “no slot” con tanto di vetrofanie di riconoscimento, locali esaltati per la loro moralità (ovviamente, secondo alcuni), come se il gioco “fosse il male” e bisogna bandirlo dalla vita quotidiana: una sorta di “lettera scarlatta” da abbinare al gioco. Tutto questo, però, è già diventato obsoleto non fosse altro che per la città di Pavia che ha deciso di cambiare percorso: basta con gli sgravi fiscali per chi elimina le slot, ma vere e proprie “feste di quartiere” con eventi a favore dei commercianti “virtuosi”. Ora ci sarà il “via” a questo filone che proporrà, visto che la stagione sta andando verso il bello, od almeno si spera, e quindi sarà più facile organizzare eventi in piazza per “reclamizzare la buona moralità” di qualcuno che il gioco non lo vuole proprio nel proprio esercizio. A questo punto, non servirà più parlare di limiti orari, distanziometri, norme urbanistiche e sgravi fiscali: ora, almeno nella città di Pavia, si parlerà di commercianti virtuosi che hanno l'onore di essere festeggiati dalla cittadinanza per il loro atteggiamento sociale.
Pavia, che per anni è stata additata come capitale del gioco d'azzardo per una spesa media pro capite di 2.433 euro, ovviamente considerando tutta la provincia, fa dietro-front in relazione agli sgravi fiscali e si gioca un'altra carta: proprio quella di organizzare eventi di socializzazione nei quartieri “a rischio” dove il proliferare delle “macchinette” e delle sale da gioco ha portato degrado e disturbo. Ed ecco, quindi, che nasce il progetto “Quartieri no slot” che comprende sei feste di quartiere proprio per promuovere i locali ed i
casino online migliori che scelgono di rinunciare agli apparecchi da intrattenimento e compensare la loro perdita di guadagno con gli introiti derivanti dalla vendita di alimenti e bevande. Bisogna obbligatoriamente sottolineare che ogni slot machine vale circa 500 euro al mese e che con questi eventi si spera di raccogliere qualcosa di più di quei “1000 euro annui” che il Comune eroga agli esercenti no slot. Questo progetto vuole sensibilizzare i cittadini sui 23 locali pubblici che nello scorso 2015 hanno dismesso le slot, facendo raggiungere un totale di 47 apparecchi in meno sul territorio cittadino.