Qual è il significato di "paura"?
Ogni volta che giochiamo siamo, in qualche modo, in cerca di emozioni, più o meno forti, ma comunque emozioni. Tra i generi che cercano l'impatto emotivo più forte ci sono, senza ombra di dubbio, i survival horror. Ne abbiamo giocati e provati molti e quelli che ci ricordiamo di più sono quelli che ci hanno trasmesso le
emozioni più forti. Ed è proprio qui che
Those Who Remain fallisce, nel trasmettere emozioni, vi spieghiamo il perchè nella nostra
recensione di Those Who Remain per XBOX One.
La trama di Those Who Remain
Iniziamo a parlare dell'
elemento più riuscito del titolo: la trama.
Those Who Remain offre infatti un comparto narrativo interessante che, a conti fatti, è il vero motore che spinge il giocatore ad arrivare ai titoli di coda. L'avventura di per se non è lunghissima, il titolo si può finire in una decina d'ore abbondanti ma questo poco importa, l'incipit narrativo e i primi eventi innescano nel giocatore una sete di conoscenza che può essere colmata solo arrivando alla fine dell'incubo.
Those Who Remain vi mette nei panni di Edward un uomo come tanti altri che però ha un appuntamento speciale quella sera, deve vedersi in un motel con la sua amante per rompere definitivamente la loro storia clandestina. C'è qualcosa di strano nell'aria, quella notte non è come le altre e non è così solo per il passo che Edward deve fare, la sensazione che qualcosa non quadri attanaglia il protagonista fin dai primi attimi. Giunto nel motel la situazione si fa ancora più strana: il luogo è completamente deserto, la macchina si accende e si allontana,
Edward è solo e senza auto, obbligato a tornare a Dormont a piedi e la notte è buia.
La città è distante, Edward è solo e ben presto inizia ad intravedere tra le ombre delle strane figure, sagome nere che sembra abbiano un solo obiettivo: porre fine alla sua vita. Chi sono questi esseri? Perchè vogliono vederlo morto? Da dove sono sbucati fuori?
Queste sono solo alcune delle domande che
Those Who Remain instilla nel giocatore e dobbiamo dire che questo incipit ci è piaciuto, forse non particolarmente originale ma ben congegnato e interessante. Non vogliamo spoilerarvi nulla riguardo la trama ma possiamo dirvi che
Those Who Remain è localizzato in italiano e che quindi potrete godervi la storia di Edward anche se non siete dei fulmini di guerra in inglese.
Il gameplay di Those Who Remain
Ed è proprio
nel gameplay che Those Who Remain mostra i suoi problemi più grossi, il titolo sviluppato dai ragazzi di
Camel 101 infatti non riesce ad essere efficace nel trasmettere al giocatore la sensazione di
paura e di
angoscia che ogni survival horror dovrebbe trasmettere. Se pensiamo a titoli come
Resident Evil 2 ad esempio, ci tornano subito alla mente situazioni dove siamo sobbalzati dalla sedia, dove ci siamo trovati a tu per tu con la morte (anche se solo virtuale), all'angoscia di sentirsi braccati e in pericolo di vita. Tutto questo in
Those Who Remain non avviene.
Il giocatore non è mai protagonista in
Those Who Remain perchè le meccaniche di gioco non riesco a renderlo partecipe, la sensazione di sentirsi braccati è annichilita dalla mancanza, ad esempio, di potersi accovacciare. Conosciamo tutti la tensione che si crea quando un mostro ti si avvicina e tu sei li, nascoso nell'ombra. Viene da trattenere il respiro e la paura si materializza. In
Those Who Remain purtroppo non abbiamo mai provato questa sensazione. Anche quando le
zone d'ombra si chiudono intorno ad Edward si prova più un senso di sconforto piuttosto che un'emozione relativa alla mancata salvezza del protagonista.
Pad alla mano Those Who Remain si lascia giocare ma la sensazione è che manchino proprio i comandi da dare ad Edward, alle volte verrebbe naturale nascondersi dietro gli elementi presenti nell'ambiente ma non è possibile. Altre volte ci si vorrebbe accovacciare per fuggire alle ombre dagli occhi luminosi ma anche in questo caso il gameplay non lo permette e ci si sente presi dallo sconforto riducendo il titolo ad un grande trial & error cercando di aggiustare il tiro morte dopo morte.
L'arte e la tecnica di Those Who Remain
Sotto il profilo
tecnico e stilistico Those Who Remain non riesce a stupire ma non è nemmeno da buttare. I ragazzi di
Camel 101 hanno sfruttato tanti cliché del genere e il design di mostri e ambientazioni sa tanto di già visto ma il tutto si sposa bene con la componente narrativa. Diciamo che, se dovessimo mettere in ordine di realizzazione le componenti tecniche, di gameplay e di narrazione quest'ultima vincerebbe a mani basse, seguita dalla realizzazione tecnico/artistica per chiudere con il gameplay.
Per quanto concerne la creazione delle ambientazioni e dei vari mostri, al netto appunto di cose già viste, il titolo cerca in tutti i modi di creare le condizioni per trasmettere delle sensazioni al giocatore e lo fa con un sistema di illuminazione che fa il suo ma che mostra anche il fianco a qualche problema tecnico di troppo. Forse la scelta di adottare uno stile molto realistico ha penalizzato un po' il titolo che
denota i limiti di una produzione a basso budget.
Meglio invece il comparto audio, sia per quello che riguarda la colonna sonora che gli effetti ambientali. Il motore di gioco regge abbastanza bene e, anche senza muovere milioni di poligoni riesce a regalare degli scorci interessanti.