Un puzzle di emozioni
Lo ripetiamo praticamente ogni giorno: la scena indie continua a darci grandi soddisfazioni, da piccoli studi indipendenti nascono infatti (sempre più spesso) piccole perle che, seppur non potendo ambire al titolo di Game Of The Year) riescono a proporre momenti di qualità videoludica indiscutibili. Uno di questi è senza ombra di dubbio
The Gardens Between, puzzle game originale e story-driven sviluppato dai ragazzi di
The Voxel Agents, ma andiamo con ordine e continuiamo nella nostra
recensione di The Gardens Between.
La trama di The Gardens Between
The Gardens Between è un puzzle game, molto spesso questo genere di giochi non prova nemmeno a presentare una trama o, al massimo, ci troviamo di fronte a canovacci narrativi semplici e poco incisivi (abbiamo scritto spesso eh, non sempre), fortunatamente però questo non è il caso di
The Gardens Between. Pur non presentando una trama da film oscar o una narrazione dirompente l'ultimo lavoro dei ragazzi di
The Voxel Agents riesce a lasciare qualcosa ai giocatori, a farli riflettere e appassionare alla storia di
Arina e
Frendt.
The Gardens Between racconta la storia di un'amicizia, una storia delicata, raccontata senza usare una singola parola ma solo oggetti, scene e ambienti.
Ogni livello sblocca un ricordo, un oggetto comune che però, nel mondo onirico che i nostri due protagonisti affrontano, ha una rilevanza importante, quasi unica, nella loro storia. E così non ci metteremo molto ad appassionarci a
Arina e
Frendt, peccato solo che la durata complessiva di
The Gardens Between si attesti tra le tre e quattro ore, e forse, dopo aver passato i vari livelli, vi resterà un po' la voglia di saperne di più, di approfondire questa piccola vicenda.
Non vi racconteremo nient'altro per quanto riguarda la trama perchè, come scrivevamo poco sopra, la durata del titolo è abbastanza esigua e non abbiamo intenzione di rovinarvi nemmeno un singolo minuto di gioco.
Il gameplay di The Gardens Between
Eccoci quindi a parlare della componente di gameplay che, solitamente, in un puzzle game rappresenta il 95% della produzione stessa. Possiamo anticiparvi, prima di scendere nel dettaglio, che i ragazzi di
The Voxel Agents, hanno incentrato il gameplay sulla manipolazione del tempo prendendo spunto, per certi versi, a capolavori come un certo
Braid che anni fa fu tra i titoli a rilanciare la scena indie internazionale.
In
The Gardens Between siamo chiamati ad affrontare una serie di livelli, delle vere e proprie isole, dove i nostri due protagonisti devono partire dal punto A per raggiungere il punto B. Ogni volta che i nostri eroi avanzeranno, con loro avanzerà anche il tempo, una sorta di metafora del tempo che passa e, ogni volta che torneranno sui propri passi anche il tempo farà retro-front. Non tutto in questo regno onirico è però soggetto alle leggi del tempo, alcuni oggetti cambiano il loro comportamento a seconda che il tempo scorra in avanti o all'indietro, oppure non hanno interazioni con esso restandone, di fatto, immuni.
Ognuno dei due personaggi, che si muovono in modo automatico nell'ambiente di gioco, possono interagire col mondo intorno a loro in modo diverso:
Arina trasporta una lanterna in cui si innesta una sfera di luce indispensabile per terminare il livello, mentre
Frendt può attivare vari interruttori e pulsanti all'interno del livello stesso. In
The Gardens Between non possiamo muovere liberamente i due protagonisti, essi infatti seguono un percorso prestabilito, a noi spetta "solo" il compito di modificare la il percorso interagendo con gli elementi a schermo e risolvendo quindi gli enigmi che ci troviamo di fronte. Al termine di ogni livello verrà mostrato poi un fotogramma che racconta un pezzo di storia tra
Arina e Frendt, e il giocatore avrà così accesso all'isola successiva.
L'arte e la tecnica di The Gardens Between
Come potete notare voi stessi dagli screenshot riportati nell'articolo la direzione artistica di
The Gardens Between ha un non so che di magico, è innegabile la capacità degli sviluppatori di
The Voxel Agents di portare su schermo mondi onirici che riescono a tenere un sottile filo conduttore con la realtà (l'oggetto "principale" dei singoli puzzle, sia essa una console o un mangianastri). Ogni elemento presente all'interno dei singoli livelli è infatti pensato e ragionato e nulla è lasciato al caso, guardando attentamente le varie isole ci si rende rapidamente conto di quanto gli sviluppatori abbiano lavorato per unire la narrazione implicita al contesto artistico dei vari livelli.
Tecnicamente parlando
The Gardens Between è mosso da un motore molto leggero che funziona perfettamente sia su
Nintendo Switch che su
XBOX One (abbiamo provato il titolo su entrambe le piattaforme). Molto del merito della creazione dell'atmosfera del gioco è dovuto alla colonna sonora che si sposa perfettamente con le ambientazioni e i mondi di gioco.
Vi ricordiamo inoltre che
The Gardens Between è localizzato in
italiano e che quindi non troverete nessun genere di ostacolo linguistico se non conoscete l'inglese. Piccola nota a margine, siamo rimasti davvero colpiti dalla scelta delle varie palette cromatiche così come dalla realizzazione delle isole che fanno da sfondo ai vari puzzle.