7.5

Recensione Tacoma - Scoprire le vite degli altri in una missione

In Tacoma vestiamo i panni di Amy Ferrier, un tecnico che deve recuperare l'IA di una stazione spaziale abbandonata, ma la nostra avventura ci fara' scoprire importanti retroscena della vita sulla stazione

There’s a starman waiting in the sky

Tacoma, una stazione spaziale ormai deserta e una missione: recuperare ODIN, l’intelligenza artificiale della struttura. E’ con questo compito che ci imbarchiamo su Tacoma per un viaggio che non dimenticheremo tanto facilmente.

TacomaLa trama di Tacoma

Dopo averci deliziato con Gone Home (che se non andiamo errati è stato anche “regalato” con i Games With Gold qualche tempo fa) i ragazzi di Fullbright cambiano completamente atmosfera e ambientazione e ci portano, stavolta, nello spazio su una stazione spaziale deserta: Tacoma. In questa nuova avventura interpretiamo Amy Ferrier un tecnico a cui è stato dato un compito abbastanza delicato ma non certo impossibile nelle sue premesse: recuperare ODIN l’intelligenza artificiale di Tacoma visto che ormai quest’ultima è una stazione deserta e in disuso.

Un incarico chiaro e semplice che non sembra mostrare il fianco a problemi di sorta. Tacoma racconta la sua storia attraverso gli oggetti, i palmari e gli elementi che erano appartenuti all’equipaggio e Amy (e di riflesso noi) abbiamo l’opportunità di scoprire e approfondire le loro storie, le loro vite e le loro relazioni.

Il titolo di Fullbright non vi spiattella davanti la trama, né ne cerca una semplice e solo di facciata, Tacoma (la stazione spaziale) è piena di storie, piena di eventi e di interazioni tra persone e noi ci troviamo immersi in questa moltitudine di punti di vista, di quotidianità e di routine che scendevano le giornate dei vari elementi dell’equipaggio.

TacomaIl gameplay di Tacoma

Tacoma è un titolo completamente votato e dedicato alla storia, un vero e proprio walking simulator, il gameplay (in senso stretto) non esiste nel gioco di Fullbright. Non saremo chiamati a risolvere enigmi ne a destreggiarci con i comandi di gioco per passare tortuose sezioni dei livelli.

No, Tacoma ci da l’opportunità di apprendere, conoscere e approfondire le varie storie dei membri dell’equipaggio con la possibilità di seguire un membro piuttosto che l’altro e questo ci consente quasi di “creare bivi narrativi” all’interno della storia stessa. Ma perché scriviamo “quasi” perché in effetti Tacoma non ce la fa, non riesce ad essere così dinamico come voleva essere nel progetto degli sviluppatori.

La possibilità di interagire con la realtà aumentata è la chiave di volta e punto focale dell’intera avventura (almeno dal punto di vista del gameplay), Amy potrà infatti accedere a vari interfacce, seguire un membro dell’equipaggio in una stanza e ascoltare le conversazioni con altri personaggi (alle volte anche molto personali). Purtroppo delle premesse così ambiziose si scontrano con una realtà dei fatti più cruda: condensare la vita (e le caratteristiche) dei cinque elementi dell’equipaggio in così poco tempo era un’operazione davvero al limite dell’impossibile.

Se da una parte, all’inizio dell’avventura, entrare in una stanza, interagire con i sistemi di realtà aumentata e “provare” a riavvolgere ed effettuare diverse micro indagini basate sul comportamento dei diversi personaggi risulta divertente, dopo qualche stanza la ripetitività di fondo comincia a sorgere all’orizzonte. 

Tacoma

L’arte e la tecnica di Tacoma

Dal punto di vista grafico e artistico il lavoro svolto dai ragazzi di Fullbright è di pregevole fattura, Tacoma non mostra un motore grafico da “benchmark” ma di contro riesce a rendere molto bene le atmosfere di una stazione spaziale abbandonata, l’art direction è convincete e riesce a dare un tocco quasi “retrò” ad ambientazioni futuristiche o di puro stampo sci-fi.

I locali che fanno da sfondo all’avventura sono lo sfondo perfetto per il titolo e riescono a creare una certa empatia col giocatore, empatia che viene ulteriormente aumentata quando si tratta di avere a che fare con i membri dell’equipaggio (virtuali) e le loro storie.

Tecnicamente parlando non abbiamo riscontrato problemi di sorta, anche i caricamenti non risultano mai eccessivamente lunghi, inoltre c’è da aggiungere che Tacoma non avrebbe comunque necessitato di un motore di gioco “perfetto” o che spaccasse il frame per secondo vista la sua natura di walking simulator. Anche il comparto audio svolge bene il proprio lavoro contribuendo a creare quell’atmosfera che ci terrà incollati al monitor fino ai titoli di coda. 

Tacoma 

Tacoma

Il più grosso problema di Tacoma è la sua ambizione. I ragazzi talentuosi ragazzi di Fullbright hanno già dimostrato con Gone Home di essere bravi e di avere talento da vendere ma con Tacoma qualcosa è andato storto, non che sia un brutto gioco ma manca quel qualcosa in più per renderlo indimenticabile.

7.5

Trama 8.00

Gameplay 7.00

Arte e tecnica 8.00

Pro:

idea interessante

Contro:

non riesce a sfondare

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