Vivere in famiglia
Sheltered è un gestionale ambientato in un mondo post-atomico, una famiglia di quattro persone deve fare tutto il possibile per sopravvivere all'olocausto nucleare. Questo è quello che ci viene chiesto in
Sheltered da
Unicube, software house creatrice del gioco, e da
Team 17, suo publisher. Analizziamo nella recensione come sono andate le cose per la nostra famigliola post-atomica.
Vivere, è passato tanto tempo, vivere
Possiamo riassumere la storia alla base di
Sheltered in maniera molto semplice e senza troppi fronzoli, la nostra famiglia è sopravvissuta miracolosamente ad un attacco nucleare grazie alla scoperta di un bunker sotterraneo. Tutto molto bello, non fosse altro che ora, tocca di combattere contro la fame e la sete, i predoni e le proprie abitudini,
bisogna sopravvivere.
Appena iniziata la partita ci viene chiesto di creare la famiglia protagonista dell'avventura, in questo momento possiamo decidere tutto dei componenti del nucleo familiare, dalla razza dei nostri personaggi al loro modo di vestire, dalle loro attitudini al loro carattere. La famiglia del gioco è composta da padre, madre, due figli e un animale domestico.
Il gioco non presenta una trama strutturata e l'incipit ha il solo scopo di introdurci al gioco e darci un motivo per proseguire, non c'è una storia già scritta, dobbiamo sopravvivere il più a lungo possibile e, possibilmente, nel migliore dei modi.
Fare per sopravvivere
Una volta creati i componenti del nostro nucleo famigliare, e dato quindi un inprinting alla nostra famiglia dobbiamo iniziare a organizzarci per evitare di soccombere. Durante la creazione dei personaggi abbiamo potuto selezionare due tipi di caratteristiche, quelle prettamente grafico/stilistiche e quelle relative ad
attitudini e comportamenti. Mentre le prime svolgono una funzione meramente estetica e permettono di creare visivamente una famiglia a nostro piacimento le secondo
sono fondamentali per la nostra sopravvivenza e per il gameplay che decideremo di impostare.
Una volta all'interno del bunker dobbiamo iniziare a impartire comandi ai nostri personaggi, chi si dedicherà alla pulizia, chi si occuperà della manutenzione e chi andrà in missione, ogni lavoro è fondamentale per la sopravvivenza dell'intero gruppo. Razionare le scorte alimentari potrebbe non essere sufficiente se non facciamo dormire i membri della famiglia ad esempio.
Il gioco permette al giocatore di organizzare delle
missioni nella zona contaminata, queste richiedono scorte di cibo e acqua ma di contro portano oggetti e equipaggiamenti che potrebbero
significare la differenza tra la vita e la morte.
Anche l'ampliamento del nostro bunker è una parte fondamentale del gameplay, se non farete crescere il vault difficilmente la vostra partita durerà a lungo, creare nuove stanza permette di organizzare meglio i servizi igienici e le varie zone della nostra "nuova casa".
Il gioco non fa sconti, lo diciamo subito, non è un gioco da prendere sotto gamba, è un titolo che per essere goduto appieno necessita che gli si dedichi del tempo, Vedere la nostra famiglia vivere e "prosperare" per quanto possibile, in un ambiente ostile offre però grandi soddisfazioni.
Un futuro in 2D
Dal lato tecnico
Sheltered mostra la sua natura indie nel modo più marcato. La grafica, interamente disegnata in pixel art è molto piacevole ed è in grado di trasmettere molto bene la desolazione che un mondo post-apocalittico deve trasmettere.
L'art direction del titolo è stata curata con attenzione e tutto è stato pensato per comunicare solitudine e senso di disagio. Il ciclo giorno e notte, il clima, tutto è curato nei minimi dettagli e tutto serve per creare l'atmosfera che un titolo di questo tipo richiede. Le ambientazioni, sia interne che esterne rendono benissimo l'atmosfera desolata di un mondo post-apocalittico.