Spara, spacca, spara
Il genere degli FPS old school ha ottenuto, nel corso degli ultimi anni un successo indiscutibile (
almeno per quanto riguarda la scena indie ndr.). I titoli che riprendono il classico gameplay mutuato dai tempi di Quake & co si sono susseguiti con titoli decisamente interessanti. Oggi vi parliamo di
Phantom Fury, ultima fatica del team di sviluppo di
Slipgate Ironworks, team dietro al buono (ma imperfetto)
Ion Fury di cui vi abbiamo già raccontato nella
nostra recensione. Grazie ad un codice ricevuto da
3D Realms (publisher del titolo) abbiamo avuto modo di giocare al titolo e siamo qui per raccontarvi la nostra opinione. Se siete curiosi di sapere cosa ha combinato stavolta
Shelly Harrison non dovete far altro che seguirci nella nostra
recensione di Phantom Fury per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di Phantom Fury
Cominciamo parlando dell'elemento che, in un boomer shooter, riveste il ruolo meno importante nella produzione e cioè la sua
trama. Giocare a
Phantom Fury per la sua storia é come comprare una Ferrari per i suoi tappetini (
va beh forse il paragone non è azzeccatissimo ma tant'è ndr.), il comparto narrativo del titolo di
Slipgate Ironworks infatti si rifà ai clichè del genere di appartenenza e serve più che altro da giustificazione per farci passare da un livello all'altro. Al netto del genere e dai suoi paradigmi Phantom Fury una sua trama (seppur solo accennata) ce l'ha ed ora ve la raccontiamo.
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Acconsento, mostra il video
Phantom Fury inizia esattamente dove finiva
Ion Fury con
Shelly "Bombshell" Harrison che si risveglia dal coma e si trova di nuovo in mezzo ai casini. La sconfitta di Jadus Heskel non ha infatti decretato la fine dei problemi della nostra eroina che anzi si trova in guai più grossi di prima. Questa volta la nostra "eroina fuori dagli schemi" dei intraprendere un viaggio negli Stati Uniti con lo scopo di mettere in sicurezza il
Demon Core, un artefatto dai poteri incredibili che, se finisse nelle mani sbagliate, potrebbe segnare la fine del genere umano. Come potete ben capire non ci troviamo di certo di fronte ad una sceneggiature di Christopher Nolan ma, il tutto svolge bene il suo racconto. Prima di passare a parlare del gameplay vogliamo ricordarvi che
Phantom Fury è localizzato in italiano.
Il gameplay di Phantom Fury
Come scrivevamo in apertura i boomer shooter sono sicuramente uno dei generi che ha visto una sorta di rinascita in questi ultimi anni. Il gameplay semplice e immediato degli FPS old school dove "staccare il cervello e iniziare a sparare" è il mantra per arrivare ai titoli di coda e per divertirsi senza troppi fronzoli.
Slipgate Ironworks è un gruppo di sviluppatori che, proprio cavalcando questa onda, è riuscito a ritagliarsi un posticino tutto suo. Gli ingredienti del genere, e che ritroviamo anche in
Phantom Fury, sono quelli classici: tanti nemici, tante armi, tanti proiettili e un caos generale a schermo.
Phantom Fury è un titolo divertente ma che non riesce a trovare un suo equilibrio
Cominciamo con i pregi perchè
Phantom Fury di cose positive ne ha. Partiamo con il sistema di shooting: pad alla mano (
abbiamo giocato a Phantom Fury su Steam Deck) è assolutamente godurioso e possiamo dire che
quando Phantom Fury fa l'FPS lo fa alla grande, il problema è quando cerca di fare altre cose. Se infatti tra armi, numero di nemici e quant'altro la creatura di
Slipgate Ironworks se la cava molto bene è quando aggiunge elementi di gameplay che non fanno parte del genere che fallisce. Prendiamo ad esempio le meccaniche stealth: sembra siano state introdotte più per variare il gameplay che per offrire qualcosa di realmente funzionale al gioco. Stessa cosa quando ci troviamo alla guida di velivoli: la meccanica sembra quasi unicamente accennata, più da
Early Access che da vera e propria release.
Ma quindi?
Phantom Fury, dal punto di vista del gameplay, vale il prezzo del biglietto? Beh, molto dipende da cosa vi aspettate dal titolo di Slipgate Ironworks. Se cercate uno sparatutto divertente che, quando si hanno le armi in pugno, diventa un piccolo "Duke Nukem del 2024" allora sicuramente vi troverete bene ma, di contro, dovete anche fare i conti elementi di gameplay che si allontanano dal genere. C'è da dire che il titolo non vi obbligherà a "giocare di stealth" ma è altrettanto vero che forse quella specifica componente andava pensata in modo migliore e, molto probabilmente, se non fosse stata introdotta avrebbe addirittura giovato alla produzione.
L'arte e la tecnica di Phantom Fury
Come da tradizione anche
Phantom Fury, come tanti altri esponenti del genere, sfrutta la caratteristica peculiare dei boomer shooter di tentare di offrire un'esperienza "old school" a 360 gradi, grafica inclusa. Alcuni titoli riprendono i motori dell'epoca (
riadattati per adattarsi a risoluzioni moderne, e non solo ndr.) e li modificano per funzionare su PC e console attuali mentre altri sfruttano motori moderni offrendo un look 'n feel più classico. Al netto di questo Phantom Fury sembra effettivamente un titolo uscito da fine anni '90 e la resa estetica è buona, "spigolosa" al punto giusto e sicuramente in linea con le aspettative.
Abbiamo
giocato a Phantom Fury su Steam Deck e possiamo dire che il titolo di
Slipgate Ironworks funziona bene sulla portatile di casa
Valve, al netto dei problemi tecnici. Si perchè se è vero che il titolo risulta godibile è altrettanto vero che i crash, i bug e i problemi non mancano. Sono diverse le volte in cui ci siamo trovati "sbattuti fuori" all'improvviso. Diciamo che un po' di tempo in più investito in rifinitura e bug checking sarebbe stato necessario.
Buona la componente audio, non indimenticabile ma assolutamente in linea con la produzione.