8.00

Recensione Pacific Drive per PC

Radiazioni, un'area misteriosa e una macchina... seguiteci nella recensione di Pacific Drive per PC

C'è qualcosa di strano nell'aria

Oggi siamo qui per parlarvi di uno dei titoli più particolari di questo inizio anno, stiamo parlando di Pacific Drive, survival sviluppato dai ragazzi di Ironwood Studios e pubblicato da Kepler Interactive (che ringraziamo per averci fornito un codice di gioco con cui testare il titolo). Se, in genere, nei titoli survival il protagonista della vicenda è il personaggio che interpretiamo nel caso di Pacific Drive il protagonista potremo non essere noi, o meglio, non solo noi. Se siete alla ricerca di un titolo dalla grande atmosfera e da meccaniche non propriamente comuni non dovete far altro che seguirci nella nostra recensione di Pacific Drive per PC per saperne di più!
 

 

La trama di Pacific Drive

Iniziamo come di consueto parlando della trama di Pacific Drive, o meglio concentriamoci sull'ambientazione e la lore su cui è basato il titolo perchè sono, senza dubbio, le parti più interessanti di tutto il comparto narrativo. Diciamo che se avete apprezzato Wayward Pines o se, in generale, siete appassionati di titoli dove mistero, complotti e sci fi si incontrano qui vi sentirete subito a casa vostra. La prima cosa che infatti colpisce una volta avviato Pacific Drive è la sua capacità di gettare il giocatore in un mondo unico e strano che ricorda da vicino altri giochi e altri mondi ma che dimostra subito un'anima propria. Prima di raccontarvi cosa succede nei primi minuti dell'avventura e cosa da il via al titolo vogliamo mettervi in guardia riguardo la localizzazione visto che Pacific Drive non è tradotto in italiano e non è assolutamente semplice seguire quello che succede a video se non si ha una buona conoscenza della lingua inglese. 
   

  
L'assenza della lingua italiana potrebbe essere un problema non indifferente per chi non mastica davvero bene l'inglese perchè seguire i dialoghi a video con i sottotitoli mentre siete impegnati alla guida del veicolo e, contestualmente, a comprendere cosa vi sta succedendo attorno non è assolutamente semplice. La trama di Pacific Drive inoltre non è propriamente immediata da comprendere e molte delle idee che vi farete arriveranno più dalla narrativa emergente dell'opera che non da spiegazioni dirette. Detto questo vediamo di scoprire di cosa parla l'opera prima di Ironwood Studios. Correva l'anno 1955 quando il governo degli Stati Uniti d'America decise di chiudere definitivamente una intera area della Penisola Olimpica, un'area dello stato di Washington in cui, dal 1947, si stavano tenendo dei test e delle ricerche riguardo una possibile nuova tecnologia.
 
Qualcosa non deve però essere andato esattamente secondo i piani visto che, proprio dal 1947 una serie di eventi che possiamo definire "particolari" hanno iniziato a interessare la penisola. Si era iniziato con misteriose sparizioni, eventi sovrannaturali e allarmi e allerte date alla popolazione senza grosse spiegazioni... Insomma la situazione non sembrava esattamente sotto controllo anzi, il fenomeno si stava via vi allargando tanto che, espansione dell'area dopo espansione dell'area il governo decise di sigillare completamente ogni accesso alla penisola. È il 1988 e, nei panni del protagonista dell'avventura, ci troviamo ai confini dell'area a bordo della nostra autovettura. Percorriamo la strada che costeggia l'alta mura di cinta fino a quando ci troviamo ad imboccare una stradina dissestata e, arrivati nei pressi di un ponte, succede qualcosa che cambierà per sempre la nostra vita. Una strana sorta di esplosione ci intrappola nella Zona di Esclusione Olimpica e, circondanti dai pezzi della nostra auto, da elementi radioattivi e da un mondo che mostra dei tratti quasi alieni ci danno il benvenuto a Pacific Drive
 
Non vi sveleremo nulla d'altro, non vogliamo assolutamente rovinare la sorpresa di chi legge anche perchè i primi momenti in Pacific Drive sono assolutamente indimenticabili, momenti in cui l'atmosfera del titolo ti entra nelle ossa e in cui capisci che, pur essendo potenzialmente vicino a colleghi e amici sembra di stare a milioni di anni luce di distanza. Imparerete presto a convivere col senso di solitudine per farvi poi forza grazie a comunicazioni che vi arrivano dai colleghi o da altri personaggi presenti nel gioco. Pacific Drive è un pugno allo stomaco, un titolo che ti butta in un'area in cui tutto sembra familiare ma cui, al contempo, tutto sembra alieno.
 

 

Il gameplay di Pacific Drive

A prima vista Pacific Drive potrebbe sembrare una di quelle avventure narrative alla Firewatch, un'avventura che sprona il giocatore alla scoperta del mondo di gioco sfruttando un comparto narrativo solido e in grado di trainare da solo l'esperienza. Pad alla mano vi accorgerete che invece Pacific Drive non è un'avventura narrativa e che il titolo di Ironwood Studios ricorda più un survival a mondo aperto dove però le meccaniche di gameplay non sono quelle a cui siamo abituati di solito. Per intenderci non stiamo parlando di un Enshrouded in salsa "X-files", in Pacific Drive abbiamo un obiettivo e cioè uscire sani e salvi dalla Zona di Esclusione Olimpica e capire, contestualmente, cosa è successo nell'area e perchè.  
   

Pacific Drive è un survival unico dove i veri protagonisti sono la nostra auto e la Zona di Esclusione Olimpica.

 
Anche il titolo presenta un tutorial abbastanza corposo ci si rende presto conto che per prendere confidenza con le meccaniche di base di Pacific Drive bisogna far passare qualche ora, non basta infatti imparare a far funzionare la nostra auto, capire come si guida e cominciare a riconoscere gli eventi innaturali che avvengono all'interno della Zona. Bisogna imparare come convivere con la propria auto, come migliorarla e custodirla, come farla diventare il nostro braccio destro, il nostro vero aiuto e supporto (spesso vitale) nel nostro vagabondare per l'area. Subito dopo l'inizio del racconto vi troverete ad avere a che fare con le prime modifiche e riparazioni da apportare al vostro veicolo. Vi troverete nel garage che fa da hub di gioco a sistemare la vostra automobile e a prepararla a sopportare quello che la Zona di Esclusione Olimpica ha in serbo per lei e per voi. Diciamo che il gameplay loop del titolo è abbastanza semplice: in Pacific Drive sarete chiamati ad esplorare il mondo di gioco, sia a piedi che a mezzo del vostro veicolo, recuperare materiali e investigare su quello che è successo e che sta succedendo all'interno della Zona. E via di questo passo con ogni volta anomalie ed eventi che vi metteranno di fronte a scelte non sempre facili da prendere ma assolutamente vitali.
 
Se nei survival in generale parte del gameplay è da attribuire alla costruzione delle strutture abitative (e non solo) che servono per garantire la vostra stessa esistenza, in Pacific Drive avrete a che fare con il sistema di manutenzione e miglioramento della vostra auto. Il legame che unisce il giocatore alla sua autovettura è forse l'elemento più iconico e caratteristico dell'intera produzione. Da un certo punto di vista sembra che Pacific Drive faccia di tutto (e ci riesce! ndr.) per farvi legare alla vostra macchina. Durante la partita capiterà spesso che vi preoccupiate più per lei che per voi stessi. Ogni elemento della macchina ha una sua ragion d'essere e ogni volta che dovrete intraprendere una missione conoscere per tempo quali saranno le insidie presenti vi consentirà di preparare il vostro mezzo a dovere per evitare di farvi cogliere impreparati. Abbiamo infine trovato molto buono il sistema di guida e di gestione dei danni del veicolo. Vi potrebbe capitare, durante le vostre escursioni, di dovervi fermare ad effettuare un ricambio o una riparazione da quelle più comuni come il cambio di un pneumatico fino a veri e proprie riparazioni a tappeto. L'elemento che invece ci ha lasciato più interdetti della parte di gameplay è il sistema di salvataggio automatico che abbiamo trovato eccessivamente punitivo: ci è capitato di perdere progressi perchè siamo morti e il sistema aveva salvato minuti e minuti prima. 
 

 

L'arte e la tecnica di Pacific Drive

Dal punto di vista della direzione artistica il lavoro svolto su Pacific Drive ci ha colpito in modo decisamente positivo. Le atmosfere riprodotte nel titolo ci hanno ricordato a più riprese Wayward Pines sia per gli ambienti che per il mondo di gioco. Le scelte cromatiche, il design di ambientazioni umane e naturali risulta vario e sempre coerente con il mondo di gioco: di fatto La Zona di Esclusione Olimpica sembra un piccolo mondo a se stante, con regole tutte sue in cui noi siamo gli estranei.
 
Abbiamo giocato a Pacific Drive sia su PC che su Steam Deck e dobbiamo dire che, anche se il motore di gioco non è esattamente ben ottimizzato, il titolo si lascia giocare anche su PC non propriamente potenti. Sulla portatile di casa Valve, mantenendo i settaggi a medio avevamo un frame rate che si aggirava intorno ai 30 fps scendendo leggermente nelle situazioni più concitate. Anche con un livello di dettaglio altissimo il titolo riesce comunque ad essere evocativo. Durante le nostre partite non abbiamo poi riscontrato particolari problemi o bug bloccanti. 
 
Molto bene il compartimento audio della produzione: dalla colonna sonora passando per le stazioni radio e le interferenze che preannunciano l'arrivo di qualche guaio tutto sembra curato in Pacific Drive.
 

 

Pacific Drive

Pacific Drive è un ottimo titolo d'esordio per i ragazzi di Ironwood Studios. Il titolo sviluppato dai ragazzi di Seattle ha carisma da vendere e dimostra una cura certosina in praticamente qualsiasi elemento della produzione. Non è certamente un titolo adatto a tutti per via della sua curva di difficoltà un po' sbilanciata ma è al contempo un titolo in grado di risucchiare letteralmente il giocatore nella Zona di Esclusione Olimpica grazie alle sue atmosfere uniche. Peccato per l'assenza della lingua italiana e per il sistema di salvataggio che ci è sembrato un po' troppo severo (sopra tutto per chi non può dedicare molto tempo alle singole sessioni di gioco).

8.00

Trama 8.00

Gameplay 8.00

Arte e tecnica 8.00

Pro:

grande atmosfera

gameplay unico

difficile ma appagante

Contro:

manca l'italiano

sistema di salvataggio da rivedere

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