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Recensione Mayan Death Robots: Arena

Stanchi di sfidare gli amici a Worms? Volete qualcosa dello stesso genere ma con un background diverso? Forse Mayan Death Robots: Arena fa per voi!

Dagli al Maya, dagli!

Se c’è una ambientazione poco sviluppata e poco sfruttata nel mondo dei videogiochi, questa è senza ombra di dubbio l’epoca Maya e comunque tutto quello che gira intorno all’antico popolo del Centro America. Oggi invece parliamo proprio di un titolo che mette i nativi americani al centro dell’azione: Mayan Death Robots: Arena, il titolo si affaccia sulle nostre XBOX One dopo una release PC avvenuta diverso tempo fa e con l’aggiunta del suffisso “Arena” a rafforzare il concetto di scontri diretti. Vediamo come si comporta nella nostra recensione.
 
Mayan Death Robots: Arena

La dura vita dello scrittore

Diciamolo subito, Mayan Death Robots: Arena non è un titolo che ricorderete per la sua trama avvincente ne per i suoi colpi di scena mozzafiato, infatti il titolo di Sileni Studio non ha una vera e propria storia, ma giustifica questi scontri in arene con un incipit abbastanza generico: mentre sulla Terra l’uomo è ancora in uno stato tecnologico abbastanza retrogrado nell’universo diverse specie di alieni sono già milioni di anni avanti all’uomo e, come tutte le civiltà avanzate amano gli show televisivi.

Lo show più in voga nel cosmo vede micidiali robot scontrarsi senza esclusione di colpi in arene per decretare il Robot più potente dell’intero universo. Per l’ultima edizione dello show viene scelto il pianeta Terra come background per i combattimenti e quindi i poveri Maya (si siamo in epoca Maya) si vedono piombare dal cielo questi esseri incredibili che si scontrano all’ultimo sangue (o ingranaggio). Come dicevamo in apertura non esiste una vera e propria trama che sorregge Mayan Death Robots: Arena ma se non altro l’ambientazione Maya resta interessante e piacevole da giocare.

Mayan Death Robots: Arena

Inclina di 45°, mezza potenza, fuoco!

A nominare la parola Worms si saranno drizzate le orecchie a quasi tutti voi, il titolo di Team 17 è infatti uno dei brand più longevi e conosciuti della storia dei videogiochi. In Worms si inscenava una battaglia tra dei (simpaticissimi) vermicelli a colpi di armi da fuoco e diversi tipi di power up, ecco Mayan Death Robots: Arena riprende la meccanica base di Worms e la pone in un differente contesto e contorno.

A differenza di Worms non dovremo distruggere necessariamente il robot avversario ma, turno dopo turno, dovremo cercare di eliminare il nucleo energetico che da vita al robot avversario. Se nel titolo di Team 17 comandavamo una squadra di vermi qui si controlla il singolo robot e cercare di far fuori gli avversari non è sempre facilissimo. Anche in questo caso abbiamo a disposizione diversi tipi di armamenti e nello stage vengono inviati power up in modo più o meno casuale. Rispetto alla sua precedente incarnazione il titolo di Sileni Studio vede l’aggiunta del multiplayer online competitivo, scelta decisamente azzeccata che aiuta Mayan Death Robots: Arena a preservare una longevità decente. 

Mayan Death Robots: Arena

Robot arcaici

Mayan Death Robots: Arena non eccelle in quello che riguarda il comparto artistico e tecnico. Il titolo di Sileni Studio presenta una grafica ridotta ai minimi termini e spesso negli stage risulta anche difficile individuare gli avversari perché la grafica non è sempre pulita. Sul comparto tecnico si poteva fare decisamente di più anche perché le basi per creare dei concept originali e ben realizzati c’erano tutte, a partire dall’ambientazione poco usata nel settore.

Stesso discorso fatto per la grafica si può replicare per quello che compete al settore sonoro e audio, niente che vi resterà impresso, insomma Mayan Death Robots: Arena manca un po’ di carisma, sopratutto se confrontato con i mitici vermetti dello sviluppatore inglese.
 
Mayan Death Robots: Arena

Mayan Death Robots: Arena

Mayan Death Robots: Arena non ci convince appieno e sopratutto non riesce a trovare un motivo per farci staccare da Worms e dalle sue battaglie. Il titolo di Sileni Studio si ritrova a corto di carisma ed è un peccato perché l’incipit era se non altro originale. Di contro va sottolineato il fatto che il costo di questa nuova versione è davvero irrisorio e il comparto multiplayer può aiutare a migliorare la longevità visto che in single player il titolo rischia di venire a noia abbastanza in fretta.

6

Trama 6.00

Gameplay 6.00

Arte e tecnica 6.00

Pro:

costo competitivo

Contro:

non riesce ad emergere

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