Lo Squalo
Premessa importante: il titolo è classificato con un rate di PEGI 18, quindi se non siete maggiorenni o se siete sensibili a immagini e racconti violenti non continuate la lettura.
Inutile girarci intorno, il caro vecchio
Steven Spielberg è forse una delle figure che meglio ha saputo impersonificare il terrore degli uomini verso il grande predatore degli abissi: lo squalo. Col suo film
Lo Squalo del
1975 posò il primo tassello per quella che diventò una vera e propria pietra miliare della storia del cinema. Inutile dire che quando siamo venuti a sapere che i ragazzi di
Tripwire Interactive stavano lavorando su un
action-gdr dove potevamo diventare noi stessi "
Lo Squalo" l'hype salì a mille. Oggi siamo qui per raccontarvi il nostro parere proprio sull'ultima fatica dello studio di sviluppo di Roswell: seguiteci nelle profondità degli abissi nella nostra
recensione di Maneater per XBOX One.
La trama di Maneater
Chi pensava di poter vestire i panni del cacciatore di squali in
Maneater resterà deluso, il titolo infatti vi mette nei panni del predatore degli oceani per eccellenza: sua maestà lo squalo. Ebbene si, niente sfavillanti armature o tecnologie futuristiche,
in Maneater si impersona un vero e proprio squalo e il nostro obiettivo sarà quello di vendicarci ma non corriamo troppo e scopriamo cosa ha da proporci il titolo sotto il profilo narrativo.
Tutto ha inizio un giorno come tanti altri quando, durante un fittizio reality show,
Pete lo Squamato, indiscusso re della serie TV più di tendenza dell'ultimo periodo, si appresta a pescare (e far fuori brutalmente) uno squalo in diretta. Tutto sembra andare come sempre, cioè con Pete che fa (letteralmente) a pezzi l'animale e si intasca il favore del pubblico. Tutto succede molto rapidamente, con la sua solita precisione il barbuto uomo di spettacolo (se così si può definire) identifica lo squalo, lo caccia e lo trascina sulla sua imbarcazione per poi aprirlo in due ed estrarre il piccolo di squalo direttamente dall'utero del malcapitato. Il piccolo però dimostra subito una cerca fame ed addenta (e recide di netto) il braccio dello
Squamato per poi tornare in acqua con lo stomaco ancora in subbuglio.
Che voi ci crediate o no, in
Maneater voi sarete proprio quel piccolo squalo che si è visto massacrare la madre quando ancora non era nato. Al netto della follia della trama (ma dopo
Sharknado siamo pronti a tutto) il resto dell'avventura vedrà la continua lotta tra Pete e il desiderio di vendetta per il suo braccio perso e lo squalo che si trova mosso sia dall'istinto da cacciatore che da quello di vendetta. In poche parole Pete sembra un po'
un novello Capitan Uncino in lotta col coccodrillo con la differenza che Pete non teme (e fa male) lo squalo.
Purtroppo la trama non riesce ad essere folle come ci saremo aspettati e, anche se il fuori campo è recitato dall'eccellente
Chris Parnell non riesce ad avere il giusto mordente.
Il gameplay di Maneater
Ok, la trama di
Maneater non sarà da premio Oscar ma, impersoniamo uno squalo e questo vorrà pur dir qualcosa no? Ni, nel senso che anche sotto il profilo del gameplay il titolo di
Tripwire Interactive non riesce a dare il meglio di se. Come abbiamo scritto in apertura
Maneater è un action-gdr e come ogni action gdr che si rispetti possiamo migliorare le nostre caratteristiche e migliorare col passare del tempo e dei livelli. In effetti è proprio così, vedremo crescere il nostro piccolo squaletto e grazie alle scorpacciate di pesci e di esseri umani potremo, in appositi hub, far evolvere il nostro squalo rendendolo una vera e propria macchina da guerra.
Il nostro padrone dei mari potrà migliorare le proprie caratteristiche acquisendo abilità passive ed attive che gli consentiranno di diventare via via più forte e potente, ma non solo. Durante il gioco vedremo anche lo squalo crescere in dimensioni, fino ad diventare un vero e proprio megalodonte. Oltre a migliorare la nostra dentatura e le nostre caratteristiche fisiche potremo inoltre acquisire qualcosa che si avvicina molto a dei superpoteri e che ci consente, ad esempio, di scagliare scariche elettriche o di ricoprire la nostra pelle con ossa sporgenti per migliorare le nostre difese.
Oltre alla trama principale
Maneater offre diverse missioni secondarie che consentono al giocatore di avanzare più rapidamente nell'evoluzione della bestia marina; purtroppo queste missioni vi verranno a noia molto presto ripetendosi e chiedendovi di ripetere praticamente all'infinito sempre le stesse cose.
Pad alla mano le cose non vanno molto meglio, durante le nostre partite a
Maneater su
XBOX One ci è sembrato che il titolo fosse particolarmente legnoso con i controlli che non sempre rispondevano immediatamente e che, fuori da ogni dubbio, rendevano i nostri movimenti tutto fuorchè credibili. Ma
il vero problema di Maneater non è nemmeno nel suo sistema di controllo che, nell'arco della decina d'ore che vi serviranno per arrivare ai titoli di coda, imparerete anche a domare, quanto
nella sua incredibile ripetitività di fondo: passato l'impatto iniziale dove vi divertirete come matti a far fuori ignari turisti o piccoli pesci, il titolo risulterà sempre uguale a se stesso. In buona sostanza in
Maneater siete chiamati a ripetere all'infinito la stessa sequenza di azioni: mangiare, nuotare, mangiare, nuotare, expare.
L'arte e la tecnica di Maneater
Purtroppo anche il comparto tecnico non riesce a risollevare le sorti di un titolo da cui ci aspettavamo, onestamente, molto di più. Sotto il profilo della direzione artistica
Maneater prende a piene mani dai capisaldi del genere horror legato agli squali ma non ha la forza (o il coraggio) di osare. Non riesce ad essere trash come
Sharknado ma non riesce neppure ad essere psicologico e raffinato come
Lo Squalo.
Per quanto concerne il comparto tecnico dobbiamo dire di essere stati soddisfatti dal nostro squalo e dalla sua rappresentazione, e anche se il motore di gioco non fa delle vere e proprie meraviglie il colpo d'occhio generale si attesta sempre su livelli discreti. Peccato però per gli scatti (che abbiamo
riscontrato anche su XBOX One X!) che hanno, a tratti, dell'inspiegabile.
Vogliamo rassicurare i non-anglofoni,
Maneater è localizzato in italiano, e chiudiamo con una piccola chicca: la voce narrante che vi terrà compagnia per tutta la durata dell'avventura è quella di
Chris Parnell, eccellente come sempre.