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Recensione La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra - Andiamo a falciare orchi!

Torniamo a vestire i panni di Talion e Celebrimbor nella Terra di Mezzo, tra orchi e Urukai per liberare il mondo da una terribile minaccia.

La Terra di Mezzo

Sono passati tre anni da quanto Monolith e Warner Bros portavano sugli scaffali Middle Eart: Shadow Of Mordor. Il titolo ebbe un’accoglienza abbastanza fredda alla sua presentazione, chi lo additava come un’operazione “riempi il portafoglio con una licenza importante” e chi non aveva ancora chiaro cosa sarebbe stato Shadow Of Mordor. Fortunatamente, prove alle mani, il titolo di Monolith seppe distinguersi per un gameplay accattivante e per il Nemesis System che suonava come una vera e propria novità. Anche per i puristi l’universo narrativo non risultava come un insulto ma riusciva ad avere una logica sua e Shadow Of Mordor ottenne un discreto successo. Oggi parliamo del suo seguito: Middle Earth: L’Ombra della Guerra e con Talion e Celebrimbor torniamo a solcare il suolo della Terra di Mezzo in cerca di Orchi e Urukai!

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

Di nuovo in Guerra

Ambientato nella Terza Era, Shadow Of War rivede il nostro amato ramingo Talion protagonista dell’avventura in compagnia di Celebrimbor e della sua sete di vendetta. Mentre i due sono intenti a forgiare una copia dell’Unico Anello (per chi non avesse giocato il capitolo precedente sappia che Celebrimbor fu l’elfo fabbro che forgiò l’anello per Sauron) l’ultimo colpo di martello crea un’onda che separa Talion da Celebrimbor e li scaraventa lontano.

Il ramingo senza il potere dello spirito elfico vede riaprirsi lo squarcio nella sua gola e inizia a morire tra stenti. E’ qui che entra in scena Shelob e offre uno scambio ai due, l’anello in cambio dello spirito dell’Elfo, Talion accetta e questo innesca tutta la serie di eventi che avremo modo di giocare durante le ventina d’ore che passeremo (come minimo) nella Terra di Mezzo. Ripreso il controllo del ramingo e dell’Elfo dobbiamo recuperare i nostri poteri ed attrezzarci per ricostruire un esercito e fermare i piani di conquista di Shelob.

I puristi Tolkeniani storceranno più volte il naso durante l’avventura e non avranno tutti i torti, in questo secondo capitolo Monolith si è presa qualche qualche licenza narrativa di troppo andando in effetti a separare la narrazione dell’Ombra della Guerra dal continuum narrativo tradizionale. Bisogna prendere la storia narrata nel titolo Warner Bros come una storia ambientata nell’universo di Tolkien ma separata dalla lore tradizionale, carica di rimandi e di collegamenti ma in effetti “non convenzionale” per poterne godere appieno.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

Freeflow + Assedi = Divertimento assicurato

Un’altra delle caratteristiche che avevano reso interessante Shadow Of Mordor era il suo cometa system. Preso “in prestito” dalla serie Batman Arkham, il titolo di Monolith presentava un gameplay fluido e degli scontri divertenti da affrontare e tattici al punto giusto, spettacolari e che ci permettevano di concatenare attacchi speciali, combo e magie in modo decisamente esaltante. Forte dell’ottimo giudizio guadagnato nel capitolo precedente gli sviluppatori hanno ulteriormente migliorato il Freeflow system che vede oggi un Talion ancora più rapido e fluido nei suo movimenti (merito anche di animazioni decisamente migliorate e rese più realistiche, ma di questo ne parliamo nel paragrafo dedicato a grafica e tecnica).

Vero fiore all’occhiello della passata produzione era però il Nemesis System, un sistema ideato da Monolith che permetteva di generare un modo randomico i generali dell’esercito di Saruman e creare delle vere e proprie lotte intestine all’interno delle loro fila. Gli orchi infatti avevano modo di scontrarsi tra loro, crescere in grado e fama, guadagnare guardie del corpo ed adepti e fare carriera nell’esercito dell’oscuro signore. Noi, da parte nostra, potevamo infiltrare orchi soggiogati al nostro potere e cercare di destabilizzare l’orda nemica. In Shadow Of War Monolith ha migliorato anche questo aspetto potenziando ulteriormente il Nemesis System aggiungendo varietà e ulteriori eventi scatenatili tra gli orchi. Il Nemesis System ha anche la capacità di “mantenere memoria” degli eventi che accadono nel mondo di gioco e questo ci permette di far passare degli orchi dalla nostra parte o di renderli particolarmente ostici nei nostri confronti, l’utilizzo di spie nei ranghi nemici ci permette inoltre di conoscere debolezze e punti di forza dei generali orcheschi così da poterci preparare meglio ai vari scontri.

La vera novità di questo nuovo capitolo è data invece dagli assedi capaci di regalare grandi emozioni. Durante la nostra avventura potremo affrontare diversi assedi a fortezze, vere e proprie battaglie campali, evocative e carismatiche come poche altre affrontate nei videogiochi. Negli assedi avremo modo di combattere con veri e propri eserciti e gestirne uno tutto nostro, con eroi che potranno combattere al nostro fianco contro l’esercito nemico. Questi assedi cercano di portare su PC e Console quanto visto al cinema o letto nei libri, con battaglie come quella del fosso di Helm, dove centinaia e centinaia di guerriere combattono tra loro, vi assicuriamo che l’effetto scenico è decisamente riuscito, e anche il divertimento è assicurato. L’unico punto “debole” del titolo, per quanto riguarda le meccaniche di gioco, si può trovare nella presenza delle microtransazioni. In questi giorni in rete infuria la battaglia tra chi sostiene che siano essenziali e chi le vede marginali, da parte nostra possiamo dire di non averne utilizzate ma che, in effetti, potevano tranquillamente essere evitate così come nella maggior parte dei titoli presenti sul mercato.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

L’arte nella Guerra

Ottimo il lavoro svolto da Monolith nella produzione di Middle Earth: Shadow Of War sia dal punto di vista artistico che tecnico. Se per quanto riguarda l’art direction il gioco prende grandi spunti dalle pellicole cinematografiche, dalla lore e dalle ambientazioni dell’universo creato da Tolkien, è dal punto di vista tecnico dove si vedono i miglioramenti più evidenti. Il motore di gioco beneficia della potenza offerta dalle console dell’attuale generazione (e ancora di più con quelle della “terra di mezzo” delle console, ovvero XBOX One X e Playstation 4 Pro).

Un plauso va sicuramente alla programmazione del motore di gioco e all’utilizzo di texture finalmente definite e ad un uso sapiente dell’illuminazione: L’Ombra della Guerra riesce infatti a regalare degli ottimi scorci e potrebbe essere una fonte decisamente interessante di wallpaper per la vostra console o PC. In questo seguito sono migliorate nettamente anche le animazioni, fluide e numerose che rendono alla grande durante i combattimenti.

Anche il comparto audio del titolo non sfigura e riesce a regalare al giocatore una soundtrack epica ed evocativa, azzeccata per l’ambientazione e il clima generale del titolo.

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

La Terra di Mezzo: L'Ombra della Guerra

Monolith con La Terra di Mezzo: L’Ombra della Guerra ha confermato quanto di buono già fatto dal primo episodio andando a raffinare ulteriormente il già ottimo gameplay del capitolo precedente. Il Nemesi System funziona alla grande e ora è ancora più potente. Molto buona anche la varietà di situazioni e missioni che sarete chiamati ad affrontare che, di fatto, riesce a nascondere agevolmente i problemi classici dei titoli sandbox. Un acquisto obbligato per chi ha amato Shadow Of Mordor e un titolo estremamente consigliato agli appassionati di action adventure.

9

Trama 8.00

Gameplay 9.00

Arte e tecnica 8.50

Pro:

divertente e vario

Contro:

mantiene i difetti del precedente

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