Impact Winter e' un survival atipico che fa vedere, fina dai primi minuti di gioco, la via d'uscita per la salvezza
Oggi parliamo del nuovo survival di Bandai Namco, o meglio, del suo arrivo su XBOX One e Playstation 4: Impact Winter. Il titolo ci mette nei panni di Jacob e della sua lotta al timer che segna “30 giorni all’arrivo del soccorsi”, ma andiamo con ordine e vediamo cosa ha da offrirci il titolo sviluppato dai ragazzi di Mojo Bones.
Esattamente come accadde milioni di anni fa, un meteorite si è schiantato sulla Terra e questo evento ha causato una sorta di inverno senza fine. Il nostro amato pianeta è infatti ricoperto da una coltre di ghiaccio e neve che ha decimato la popolazione mondiale. Noi impersoniamo Jacob Salomon, un sopravvissuto della provincia canadese del Manitoba, che è riuscito a sopravvivere per ben dodici mesi.
Quando tutto sembrava perso si è imbattuto in una piccola comunità che ha fatto della cooperazione la su arma vincente per restare in vita. Nascosti all’interno di una chiesa sommersa dal ghiaccio il nostro piccolo gruppo passa tutto il giorno a compiere le piccole faccende quotidiane che gli consentono di mantenere in vita i propri membri. Noi veniamo subito accolti dal gruppo e la nostra presenza da un grande valore aggiunto tanto da essere scelti come leader dello stesso. Tutti i giorni procedono uno uguale all’altro fino a quando non viene captata una trasmissione radio con un segnale di speranza: “30 giorni all’arrivo dei soccorsi”.
Questo evento scatena una certa frenesia e il nostro gruppo ha ora uno scopo chiaro e definito: sopravvivere ancora trenta giorni per vedersi, finalmente, tratto in salvo. Questo è l’incipit narrativo che ci lancia in una trama interessante e varia e che ci accompagnerà fino ai titoli di coda, missione dopo missione.
L’opera prima di Mojo Bones: Impact Winter è un survival game abbastanza classico che basa il suo gameplay sulla cooperazione tra i membri del gruppo. Impact Winter offre infatti al giocatore diverse quest, oltre quella che segue la trama principale. Ogni quest “secondaria” ci consentirà di andare a migliorare sensibilmente il rapporto con un membro del gruppo e di sbloccare nuove potenzialità nel personaggio.
Impact Winter mette nelle mani del giocatore la vita dei vari membri del gruppo e la riuscita stessa della “missione” (se così vogliamo chiamarla). Ognuno dei quattro componenti è fondamentale per riuscire a portare il nostro eroe sano e salvo allo scadere del countdown.
C’è chi è in grado di cucinare, chi è esperto di caccia e di pesca, chi invece si occupa di tutti i “lavori manuali” e uno scienziato che ha progettato il drone Ako-Light, un drone che ci accompagnerà nelle nostre scarpinate esterne alla chiesa. Un’idea decisamente interessante che gli sviluppatori hanno implementato nel titolo riguarda il tempo e il suo scorrere all’interno del mondo di gioco, ogni minuto reale infatti vale un ora nell’apocalittico mondo di Impact Winter. Grazie a questo espediente abbiamo un’organizzazione del tempo efficace e precisa. Se una parte del gameplay del titolo è concentrata sulla gestione dei singoli individui e sulla loro evoluzione, un’altra parte importante è data dall’esplorazione dell’overworld.
Tutto quello che sta intorno alla nostra chiesa è l’overworld e rappresenta, in Impact Winter, un territorio liberamente esplorabile dalle dimensioni sufficientemente generose. Anche in questo frangente gli sviluppatori hanno voluto metterci del loro, potremo infatti orientarci nella mappa solo grazie a sporadici punti di riferimento (alberi, case ecc) oppure tramite l’utilizzo del drone, almeno fintanto che quest’ultimo abbia batteria a sufficienza per supportarci. Durante il nostro via vai per l’overworld avremo modo di trovare materiali, esplorare case abbandonate e caverne e portare materiali fondamentali all’interno della chiesa. La suspense che il titolo crea tramite il countdown di trenta giorni è tangibile e, sopratutto, offre al giocatore una via d’uscita sin dai primi minuti di gioco.
A differenza di altri titoli survival infatti qui non viene chiesto di “resistere il più a lungo possibile”, ma viene offerta al giocatore la possibilità di salvarsi e questa cosa fa tutta la differenza del mondo quando si approccia il gioco.
E’ nella realizzazione tecnica che Impact Winter mostra la sua natura “pseudo-indie”, il motore di gioco non fa infatti propriamente gridare al miracolo e, pur non mostrando grossissimi problemi, non riesce ad offrire il giusto impatto che un titolo con un gameplay di questo tipo avrebbe meritato. Le animazioni dei vari personaggi ci sono sembrate un po’ “fredde” e scattose e, seppure le ambientazioni riescono ad essere evocative, la loro realizzazione è altalenante.
Rispetto alla sua controparte PC possiamo invece notare un netto miglioramento nel tempo di caricamento dei vari livelli e, sopratutto, nell’utilizzo del pad che ha eliminato diversi problemi strutturali a cui l’accoppiata mouse e tastiera prestavano il fianco. Sempre parlando di problemi tecnici si possono notare dei cali di frame rate un po’ ingiustificati e, sopratutto, la totale assenza della lingua italiana, fatto che potrebbe tenere lontani i non-anglofoni.
Per quanto riguarda invece la direzione artistica, Impact Winter è ispirato, originale e “ben pensato” in generale e riesce a trasmettere una sensazione di “salvezza” grazie al contatore di giorni che ha la funzione di faro nella notte.
Se siete appassionati di survival Impact Winter è un titolo sicuramente interessante, sopratutto per la meccanica che mette il tempo come elemento fondamentale del gameplay. I trenta giorni che dovrete passare in compagnia dei vostri compagni è infatti un lasso di tempo tangibile e non un tempo indefinito e questo vi mostrerà sempre “la luce in fondo al tunnel”.
Trama 7.50
Gameplay 7.00
Arte e tecnica 7.50
meccaniche survival profonde
ripetitivo