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Recensione Dishonored: La Morte dell'Esterno

Arkane Studios ci riporta a Karnaca con un'avventura che ci mettera' contro una divinita': l'Esterno, l'essere che dette i poteri a Corvo e Daud.

Ritorno a Karnaca

E’ finalmente disponibile il DLC stand alone di Dishonored 2 riuscitissimo secondo capitolo di una delle saghe più interessanti prodotte negli ultimi anni. Il titolo di Bethesda è stato capace di raggruppare attorno a se una folta schiera di fan presentando un titolo dal gameplay originale e una ambientazione degna di una produzione letteraria. Oggi parliamo quindi della nuova missione che ci vede nei panni i Billie Lurke e di una missione che dell’impossibile: uccidere L’Esterno.
 

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Tra Oblio e realtà

Mai prima d’ora come in Dishonored: La morte dell’Esterno, Arkane Studio ci aveva avvicinato ai meandri dell’Oblio, la dimensione parallela del mondo di Dishonored dove tempo e spazio sono completamente diversi dalla realtà e dove entità sovrannaturali decidono il destino del mondo.

Niente Corvo Attano ne principessa Emily, in questo nuovo DLC vestiamo i panni di Billie Lurke, alias Meagan Foster, già nostra conoscenza del primo DLC di Dishonored: Il pugnale di Dunwall e personaggio di spicco di Dishonored 2. Alla piratessa spetta un compito decisamente complesso in questa avventura: uccidere l’Esterno, la figura che ha dato i poteri a Corvo Attano nel primo Dishonored e a Emily nel secondo capitolo (nel caso in cui abbiate voluto giocare la storia con Emily anziché con Corvo).

La missione ci viene affidata dal nostro ex mentore nonché personaggio molto importante nella lore di Dishonored: Daud. Il maestro assassino è tenuto prigioniero di una setta e una volta liberatolo ci da un’ultima missione: uccidere L’Esterno. Con questa premessa inizia Dishonored: La morte dell’Esterno, con una missione all’apparenza impossibile e il solito carisma di ambientazioni e di personaggi che Dishonored ha saputo regalarci.

Non ci dilunghiamo oltre sulla trama che si divincola per una decina d’ore e che vi terrà incollati allo schermo con la visione di un mondo originale e a tratti mistico. 
 

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Parola d’ordine: varietà

Esattamente come nei suoi predecessori: Dishonored: La morte dell’Esterno presenta un gameplay vario e diversificato che permette al giocatore di cambiare continuamente il suo stile di gioco. La vera forza del franchise di Dishonored è proprio l’ottimo bilanciamento del gameplay, il titolo di Arkane Studios può essere infatti affrontato in modi completamente diversi, chi predilige un approccio più furtivo e silenzioso può divertirsi evitando gli scontri aperti con gli avversari ed utilizzare la furtività per arrivare al proprio scopo.

Chi invece ama gli scontri diretti con gli avversari può personalizzare il proprio alter ego per fare in modo che diventi una piccola macchina da guerra. Esattamente come nei capitoli precedenti il level design espresso dal titolo è sopraffino e la verticalità delle ambientazioni permette al giocatore di pianificare come meglio crede le proprie mosse forte di una scelta difficilmente ritrovatile in altri titoli.
 
Condividiamo la scelta di Bethesda di pubblicare Dishonored: La morte dell’Esterno come titolo a se stante anzichè come DLC del secondo capitolo poiché la storia raccontata dal gioco è si parte dell’universo di Dishonored (e strettamente legata ai titoli precedenti) ma in grado di vivere di vita propria e segna anzi la vera e propria fine di un ciclo narrativo. 
 

Dishonored: La Morte dell'Esterno

Raccontare con gli ambienti

Uno dei (diversi) punti di forza del franchise di Dishonored sono, senza ombra di dubbio, le sue ambientazioni. Il titolo di Arkane Studios ha infatti affascinato i giocatori sin dal lancio del primo capitolo (avvenuto nella passata generazione e riproposto come remastered anche per le console attuali) con un mondo dettagliato e vivo, con le sue storie, i suoi intrighi e misteri.

La direzione artistica del titolo era stata posta nelle mani di uno degli art director di Valve per Half Life 2 (e i risultati si vedono) ed è cresciuta DLC dopo DLC e capitolo dopo capitolo arricchendo la lore del gioco. Anche in Dishonored: La morte dell’Esterno il lavoro di Arkane Studios non ha subito flessioni ed è stato anzi maggiormente valorizzato da nuovi ambienti e nuove atmosfere.

Per quanto riguarda il motore di gioco ritroviamo gli stessi pregi e difetti già riscontrati ai tempi della recensione di Dishonored 2 (che potete leggere qui). Il titolo si comporta decisamente bene a livello di ottimizzazione e, a parte dei ritardi nel caricamento delle texture non ci siamo trovati davanti a blocchi o freeze che compromettono la giocabilità dello stesso.
 

Dishonored: La Morte dell'Esterno 

Dishonored: La morte dell'Esterno

Dishonored: La morte dell’Esterno è un titolo importantissimo per il franchise perché pone letteralmente la fine di un ciclo narrativo, l’universo di Dishonored non è più lo stesso dopo questo DLC. Bethesda e Arkane Studios sono state capaci di tirare fuori dal cilindro un altro ottimo titolo che farà la gioia di ogni appassionato della serie. Giusto per ricordarlo Dishonored: La morte dell’Esterno è completamente tradotto in italiano ed è giocabile anche da chi non possiede Dishonored 2.

9

Trama 9.00

Gameplay 9.00

Arte e tecnica 8.00

Pro:

un pezzo importante della lore

divertente e vario

Contro:

tecnicamente identico al predecessore

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