Avete presente l'Esercito di Terracotta? Il famoso esercito di statue collocate nel mausoleo del primo imperatore Qin? Sicuramente ne avrete parlato a scuola o le avrete sentite nominare in qualche documentario. Il titolo di cui parliamo oggi, Terracotta appunto, trae proprio da li la sua ispirazione. Se siete pronti a seguirci nella Cina imperiale tra samurai ed eserciti in conflitto non dovete far altro che seguirci nella nostra recensione di Terracotta per PC.
La trama di Terracotta
Diciamo che l'incipit di Terracotta è interessante anche solo per il fatto di trattare l'argomento dell'Esercito di Terracotta. All'atto pratico però il famoso esercito ritrovato nel mausoleo del primo imperatore Qin fa solo da sfondo all'avventura e non riesce ad essere il vero protagonista. Il nostro protagonista (una statua di terracotta che torna, parzialmente, umana) dovrà salvare le anime degli 8000 soldati che sono state intrappolate in quell'involucro di argilla che le tiene prigioniere. La trama non è estremamente originale ma riesce comunque a dare al giocatore una valida motivazione per percorrere la quindicina d'ore necessarie ad arrivare ai titoli di coda.
Purtroppo Terracotta non è localizzato in italiano e quindi, se volete comprenderne la storia, dovete avere una minima conoscenza della lingua inglese.
Il gameplay di Terracotta
Ma buttiamoci quindi nel gameplay di Terracotta che, di fatto, rappresenta l'essenza del titolo stesso: i ragazzi di Appnormals hanno sfruttato il concetto di "viaggio dimensionale" per basare le principali meccaniche di gameplay. Il nostro protagonista potrà, vista la sua "semivita" in bilico tra la vita vera e la terracotta, viaggiare tra una dimensione e l'altra passando dal mondo dello Yin a quello Yang. È la meccanica dello spostamento dimensionale che fa da perno a tutta la nostra avventura, se infatti nell'universo dello Yin (l'universo delle ombre) potremo pianificare i nostri movimenti e creare muri di energia sarà nello Yang che il titolo diventa più arcade.
Terracotta vive di continui salti dimensionali tra lo Yin e Yang
Nello Yang infatti torniamo ad essere vulnerabili ma al contempo molto più mobili ed è qui che dovremo mettere mano alle nostra capacità ludiche più action. Ogni azione che compieremo nell'universo dello Yin avrà però ripercussioni anche nello Yang e, grazie a questo sistema, potremo risolvere i vari enigmi presentati durante la partita. Il nostro protagonista non ha armi con se, l'unica arma a nostra disposizione è la posibilità di sfruttare gli elementi e, ogni gruppo di livelli, ha degli elementi "chiave" da poter utilizzare a nostro favore (come l'acqua, l'aria ecc).
L'arte e la tecnica di Terracotta
Abbiamo apprezzato la direzione artistica di Terracotta, i ragazzi di Appnormals hanno cercato di tenere fede al periodo storico in cui è ambientato il gioco e la realizzazione di ambienti e personaggi è davvero curata. Molto buona anche la pixel art, moderna sotto certi punti di vista e molto tradizionale sotto altri.
Tecnicamente non abbiamo molto da dire, Terracotta è un titolo non certo esoso in termini di richieste hardware. Durante le nostre partite non abbiamo incrociato problemi bloccanti o bug che ci impedissero di proseguire l'avventura.
Terracotta è un action puzzle game interessante e ricco di spunti divertenti. La meccanica dei salti dimensionali è ben implementata anche se certamente ben lungi dal dimostrarsi originale. Anche il livello di difficoltà è ben calibrato anche se avremo preferito una gestione dei checkpoint un po' più oculata (in caso di morte vi capiterà di dover ripetere anche lunghe sezioni di gameplay). Consiglilato agli amanti della Cina Imperiale perchè il titolo di Appnormals è riuscito a trasportare bene quelle atmosfere nel titolo.
