A pochi giorni dalla scadenza, il movimento europeo Stop Killing Games ha già superato le 721.000 firme, ma ha bisogno di raggiungere il traguardo di 1 milione per costringere la Commissione Europea a esaminare la proposta. L’iniziativa, nata da una crescente frustrazione dei consumatori, chiede una legge che garantisca l’accesso ai videogiochi acquistati anche dopo la chiusura dei server ufficiali.
Il cuore della protesta riguarda una pratica sempre più comune: rendere i videogiochi inutilizzabili dopo l’acquisto, quando le aziende decidono di chiudere i server o cessare il supporto. È il caso emblematico di The Crew, il titolo automobilistico di Ubisoft, che dall’1 aprile 2024 è diventato completamente ingiocabile, nonostante fosse stato venduto come prodotto “completo”. Chi l’ha comprato, ora non può più accedervi in alcun modo.
Il movimento sottolinea che i videogiochi vengono venduti come beni, non come servizi a tempo. Spegnerli senza offrire alternative infrange il principio di proprietà digitale e lascia i consumatori senza diritti né risarcimenti.
Stop Killing Games non chiede che i server restino online per sempre, ma propone soluzioni concrete: patch che permettano di giocare offline, possibilità di ospitare server privati o rilascio del codice server dopo la fine del ciclo vitale del gioco. Lo scopo è semplice: garantire che ciò che compriamo resti nostro, almeno in una forma “ragionevolmente giocabile”.
Con un valore economico che supera quello combinato di cinema e musica, l’industria videoludica è oggi un pilastro culturale e commerciale. Lasciare che pezzi di questa storia vengano cancellati rappresenta anche una minaccia per la conservazione del patrimonio videoludico.
L’iniziativa dei cittadini europei (ECI), formalmente registrata presso la Commissione Europea, scadrà il 31 luglio 2025. Per essere accolta, ha bisogno non solo di un milione di firme totali, ma anche del raggiungimento di soglie minime in almeno sette Stati membri. In Italia, la soglia non è ancora stata superata: la mobilitazione nazionale nelle ultime settimane sarà decisiva.
Nel frattempo, la petizione ha trovato eco anche fuori dai confini dell’UE: nel Regno Unito è in corso una raccolta firme parallela per portare il dibattito in Parlamento, mentre in California una nuova legge ha già introdotto l’obbligo di chiarezza sulla natura e durata delle licenze digitali nei negozi online.
Stop Killing Games non è un movimento contro l’industria, ma a favore dei consumatori. Se acquistiamo un videogioco, non può sparire nel nulla per decisione unilaterale del venditore. Con pochi giorni rimasti, l’appello è chiaro: ogni firma conta.
Chiunque risieda nell’Unione Europea può firmare attraverso il sito ufficiale stopkillinggames.com o direttamente sulla pagina ECI. La battaglia per il diritto alla proprietà digitale è appena cominciata.