Un graditissimo ritorno (a sorpresa)
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è arrivato, a sorpresa (
e che sorpresa! ndr.), e noi di
Gamernews.it non potevamo esimerci dal tornare a esplorare le terre di
Cyrodiil in questa nuova veste. Dopo quasi due decenni dal lancio originale, Bethesda e Virtuos ci offrono un'esperienza rinnovata che promette di far rivivere le emozioni del passato con una grafica e un gameplay modernizzati. In questa recensione, analizzeremo in dettaglio ogni aspetto del gioco, dalla trama al gameplay, passando per l'arte e la tecnica, per capire se questo remaster riesce davvero a riportare in auge uno dei capitoli più amati della saga. Prima di buttarci nella
recensione di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered per PC ci teniamo a ringraziare
Bethesda per il codice fornitoci per testare il gioco.
La trama di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered
La
trama di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered ci riporta nella provincia imperiale di Cyrodiil, dove il nostro protagonista si trova coinvolto in un conflitto epico che minaccia l'intero regno. Possiamo dire subito che il comparto narrativo è rimasto lo stesso presente nella versione originale del titolo. Dopo l'assassinio dell'imperatore Uriel Septim VII, le porte dell'Oblivion si aprono, permettendo alle forze daedriche di invadere il mondo mortale. Il nostro compito sarà quello di chiudere queste porte e ristabilire l'ordine, affrontando sfide e scelte morali che influenzeranno il destino del regno.?
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La narrazione mantiene intatta la profondità e la complessità dell'originale, con personaggi ben caratterizzati e una serie di missioni principali e secondarie che arricchiscono l'esperienza di gioco. Le espansioni incluse, come
Shivering Isles e
Knights of the Nine, offrono ulteriori trame coinvolgenti che si integrano perfettamente con la storia principale.?
Nonostante l'aggiornamento grafico e tecnico, la trama conserva il suo fascino originale, offrendo ai nuovi giocatori un'introduzione epica al mondo di The Elder Scrolls e ai veterani un nostalgico ritorno alle origini.
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è localizzato in italiano, permettendo a tutti di immergersi pienamente nella storia.?
Il gameplay di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered
La
struttura ludica di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered rimane fedele alla formula che ha consacrato il capitolo originale nel 2006, con un mondo aperto vivo, reattivo e ricco di possibilità. Fin dai primi minuti di gioco veniamo travolti da una sensazione di libertà pressoché totale, dove il destino del nostro personaggio è forgiato unicamente dalle scelte che compiamo. Il sistema di progressione delle abilità, tanto caro ai fan della serie, non si basa su un albero dei talenti rigido ma cresce organicamente in base alle azioni che compiamo: più corriamo, più miglioriamo l’atletica; più usiamo una spada, più aumentiamo la competenza in lame. Questo approccio stimola l’immersione, poiché il giocatore è portato a vivere l’evoluzione del proprio alter ego in modo naturale, quasi istintivo, senza passare per menù o schermate piene di numeri. È un gameplay che ancora oggi, nonostante il passare del tempo, riesce ad affascinare proprio per la sua coerenza intrinseca (
un modello ludico che ci piacerebbe vedere ripreso anche in produzioni più recenti ndr.).
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered è un vero e proprio atto d'amore alla saga di The Elder Scrolls
Il combattimento, uno degli aspetti più discussi della versione originale, è stato rielaborato con cautela. Non si tratta di una rivoluzione totale, quanto piuttosto di un raffinamento. Le hitbox sono più precise, l’impatto dei colpi è stato migliorato grazie a nuove animazioni e a un sistema di collisioni più reattivo, e il feedback visivo restituisce una maggiore soddisfazione nei duelli. Certo, se confrontato con action RPG moderni come
Elden Ring o
The Witcher 3,
Oblivion Remastered può sembrare più legnoso, ma riesce comunque a difendersi egregiamente. Particolarmente interessante è il lavoro svolto sulla magia: i nuovi effetti visivi rendono gli incantesimi più spettacolari, mentre la possibilità di creare incantesimi personalizzati continua a rappresentare uno dei punti più alti in termini di libertà ludica. Anche il sistema di lockpicking e alchimia è stato ripreso e migliorato, offrendo ora un'esperienza meno frustrante e più intuitiva. Tutti questi aggiornamenti, per quanto calibrati, fanno respirare nuova vita al cuore del gameplay senza snaturarne l'identità.
Le missioni secondarie, poi, rappresentano un altro punto di forza assoluto del titolo. In un'epoca in cui spesso ci ritroviamo sommersi da incarichi ripetitivi e privi di mordente,
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered ci ricorda quanto possa essere coinvolgente e ben scritta una semplice quest. Le gilde, dei Guerrieri, dei Maghi, dei Ladri e della Confraternita Oscura, offrono vere e proprie trame parallele, ciascuna con il proprio arco narrativo e colpi di scena capaci di farci restare incollati allo schermo. Le attività opzionali, come l'arena di combattimento a Imperial City o le missioni dei Daedra, arricchiscono ulteriormente l’offerta ludica con sfide memorabili. È anche vero che alcuni aspetti, come il sistema di persuasione e la gestione dell’inventario, avrebbero meritato una revisione più coraggiosa. Sono meccaniche che tradiscono un po’ il peso degli anni, ma che, nel complesso, si integrano ancora bene in un impianto ludico solido e profondo. Oblivion Remastered si conferma così un RPG di peso, capace di offrire decine, se non centinaia, di ore di gioco.
L'arte e la tecnica di The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered
Parlando di
direzione artistica,
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered riesce nell’impresa, non banale, di restituire con forza la bellezza e la maestosità della provincia di Cyrodiil. Il lavoro svolto con l’Unreal Engine 5 si fa notare fin dai primi passi fuori dalle prigioni imperiali: i boschi sembrano respirare, le rovine aedriche emanano un fascino decadente e i villaggi rurali sono ora più vivi e credibili. L’illuminazione globale dinamica e il nuovo sistema di riflessi arricchiscono la profondità visiva del mondo di gioco, soprattutto durante l’alternanza giorno/notte. Particolarmente ispirate le ambientazioni montane, che con la nebbia volumetrica e le nuove texture ad alta definizione riescono a trasmettere una vera sensazione di altitudine e freddo. L’HUD, seppur aggiornato, rimane fedele all’impostazione originale, con menu minimali che non distraggono mai troppo dal paesaggio circostante (
una scelta che ci sentiamo di approvare, anche in ottica di rispetto per l’opera originale ndr.).
Tecnicamente parlando, il titolo mostra progressi evidenti, ma non è esente da difetti. Su PC il gioco gira fluidamente su configurazioni di fascia medio-alta, con supporto a risoluzioni ultra-wide e frame rate sbloccato. Purtroppo, alcuni utenti hanno segnalato problemi di stuttering in aree particolarmente dense e un uso della RAM non sempre ottimizzato. Su Steam Deck, invece, l’esperienza è sorprendentemente solida: impostando il preset medio con qualche ritocco alle ombre, il gioco mantiene un frame rate stabile a 40 FPS, rendendo
The Elder Scrolls IV: Oblivion Remastered una scelta perfetta anche in portabilità. Meno bene il caricamento delle texture in lontananza: in alcune situazioni notturne o piovose, abbiamo notato cali nel livello di dettaglio che spezzano un po’ l’immersione. Nonostante questo, il lavoro tecnico è più che dignitoso e fa onore a un’opera che, per molti versi, era davvero difficile da aggiornare senza compromessi.
Il comparto audio merita un plauso a parte. La
colonna sonora di Jeremy Soule è stata completamente rimasterizzata, e ogni nota risuona con una limpidezza che sa accarezzare il cuore dei fan storici. Temi come Peace of Akatosh o Watchman's Ease riescono ancora oggi a evocare immagini e sensazioni uniche, perfettamente integrate nell’esperienza visiva. Gli effetti sonori sono stati rifatti da zero, con un’attenzione particolare all’ambiente: ora i suoni della natura, il crepitio del fuoco nei villaggi, il fruscio dell’erba alta e i rintocchi delle campane cittadine creano un tappeto acustico davvero coinvolgente. Il doppiaggio inglese, pur mantenendo alcune voci originali, è stato in parte aggiornato con nuove registrazioni per migliorare la varietà e la qualità complessiva. Ottima la localizzazione italiana: sia i sottotitoli che i testi a schermo sono tradotti con cura, e anche se il doppiaggio resta in inglese, non avremo problemi a seguire l’intreccio narrativo.