Uno, nessuno, centomila
In un panorama videoludico ormai saturo di survival e simulazioni manageriali,
The Alters, titolo protagonista della nostra odierna recensione, emerge come qualcosa di davvero originale. È una fusione tra survival puro, building strategico e una trama che riflette sulla coscienza e sugli “Altri Io” che avremmo potuto diventare. Ci ha fatto pensare a
This War of Mine, ma con un tocco più filosofico: qui il nemico non è solo la natura, ma anche dentro di noi. Il tono colloquiale e schietto di gameplay e narrazione ci ha conquistati fin da subito. Abbiamo avuto modo di poter provare il titolo grazie ad un codice gentilmente offertoci da
11 bit studios (
che ringraziamo ndr.) ed ora siamo qui per raccontarvi come è andata la nostra prova, se siete curiosi non dovete far altro che seguirci nella nostra
recensione di The Alters per PC.
La trama di The Alters
La vicenda narrata in
The Alters ruota attorno a
Jan Dolski, un costruttore-minatore inviato su un pianeta molto pericoloso alla ricerca di Rapidium, una risorsa rara e preziosa. All’inizio sembriamo un eroe che vuole semplicemente sopravvivere e completare la missione, ma presto la narrazione ci svela il vero cuore pulsante del gioco: la creazione di “Alters”, varianti di Jan emerse da scelte diverse. Ogni Alter possiede competenze, scienziato, minatore, botanico, tecnico, ecc., ma anche connotazioni emozionali precise, legate alla sua vita passata (
la premessa narrativa è potente perché non ci chiede solo di costruire, ma di interrogarci su ciò che ci rende noi stessi ndr.).
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Acconsento, mostra il video
Il plot si dipana attraverso interazioni tra Jan e i suoi Alters: litigi, alleanze, crisi esistenziali. Ogni decisione, anche la più piccola, può influenzare l’umore e la stabilità mentale dei cloni. Non manca una forte critica al mondo corporativo
AllyCorp sfrutta il
Rapidium e sacrifica i propri lavoratori (o cloni) per profitto . Questo tema sociopolitico dà ai dialoghi intensi momenti memorabili, ricchi di introspezione.
Infine arriviamo ai
finali multipli: a seconda delle scelte, vengono attivati diversi epiloghi, tra cui l’allegoria della ribellione degli Alters o la loro possibile soppressione. Pur senza rivelare troppe specifiche, possiamo dirti che la narrativa si dimostra matura e riflessiva, perfettamente bilanciata tra emozione e filosofia, e... no, purtroppo
The Alters non è localizzato in italiano e questo potrebbe creare qualche problema ai giocatori che non hanno una buona conoscenza della lingua inglese.
Il gameplay di The Alters
Il
gameplay di The Alters si basa su tre pilastri: esplorazione, gestione della base e interazione con gli Alters. Cominciamo dall’esplorazione: con Jan controlliamo la base-macchina ruotante per restare in zona d’ombra e ci avventuriamo fuori per scansionare giacimenti, raccogliere risorse (organiche, metalli, minerali, Rapidium) e affrontare
anomalie radioattive. Queste creature/globi rilasciati dal terreno possono essere neutralizzati con il “Luminator” (un’arma/strumento che “ristabilizza” le loro fonti energetiche). L’esplorazione offre lavori occasionali di combattimento leggero, ma resta soprattutto orientata alla sopravvivenza.
The Alters è un titolo che colpisce sia per la sua qualità ludica quanto per quella filosofica
La gestione risorsa/tempo è cruciale: ogni attività (estrarre, costruire, riparare) ha un costo in tempo reale, e ogni alba può essere fatale: un secondo vero = un minuto di gioco. Bisogna costruire strutture su base ruotante in stile grid/tetris, collegare network di energia, cucinare cibo, garantire manutenzione. Da un certo punto di vista dobbiamo poerò evidenziare come il gameplay possa, alla lunga, diventare ripetitivo. Poi ci sono i nostri
Alters. Ognuno ha competenze specifiche: il Miner è più efficiente nelle estrazioni, il Scientist sblocca tecnologie, il Technician ripara più velocemente. Il problema? Ogni Alter ha bisogno di cure emotive: se trascurati, possono ammalarsi, deprimersi, persino autolesionarsi. Attraverso dialoghi profondi ricordiamo quando
Jan e un Alter giocano a beer pong o guardano video comici trovati nei relitti, scenette che umanizzano la routine.
Il
bilanciamento tra risorse, tempo e umore dei cloni è complesso ma ben orchestrato: ogni decisione ha conseguenze sia gestionali che narrative, creando un sistema di gioco integrato, pieno di tensione e riflessione personale. Il gioco è localizzato in italiano, così nessuna emozione risulta offuscata.
L'arte e la tecnica di The Alters
La
direzione artistica di The Alters è sicuramente uno degli elementi che salta subito all'occhio: ambienti con architettura brutalista, estetica polacca, jukebox con musica europop e dettagli culturali distribuiti nella base . Ogni Alter indossa uniformi lievemente diverse, basta guardarli per riconoscere le loro differenze di personalità. L’universo visivo è coerente e immersivo.
Il titolo gira sotto
Unreal Engine 5, con prestazioni stabili anche su entry-level (RTX 3060) e top di gamma (RTX 4080). Non mancano però bug occasionali: picchi di frame time, piccole cadute di frame nelle transizioni; nulla di game-breaking, ma fastidioso durante esplorazioni veloci.
Infine, l’audio: soundtrack soffusa, synth tipico da sci-fi, effetti ambientali vibranti e doppiaggio all’altezza. Alex Jordan interpreta Jan e tutti gli
Alters, regalando a ognuno una voce credibile e distintiva. I momenti emotivi come dialoghi profondi o emergenze psicologiche acquistano spessore grazie all’interpretazione vocale.