8.00

Recensione Stick it to the Stickman per PC

Volete menare le mani da stickman? Seguiteci nella recensione di Stick it to the Stickman per PC

Non è facile essere il boss

Negli ultimi anni abbiamo visto il genere dei brawler e dei roguelike fondersi in esperimenti sempre più folli, ma pochi titoli hanno saputo catturare lo spirito anarchico e dissacrante della quotidianità moderna come Stick it to the Stickman. Sviluppato da Free Lives e pubblicato da Devolver Digital, il gioco ci catapulta nel cuore pulsante di un inferno aziendale dove ogni impiegato è pronto a combattere, letteralmente, pur di ottenere una promozione. Un mix di umorismo nero, satira sociale e fisica ragdoll esplosiva che trasforma i corridoi d’ufficio in campi di battaglia deliranti. Non è solo un gioco, ma una valvola di sfogo creativa per chiunque abbia mai sognato di risolvere i problemi del lavoro a suon di calci rotanti. Seguiteci nella nostra recensione di Stick it to the Stickman per PC per scoprire se l’esperienza riesce davvero a bilanciare follia e sostanza.
 

 

La trama di Stick it to the Stickman

Il nostro viaggio in Stick it to the Stickman parte dal sottoscala, dove un impiegato qualunque firma un contratto e si prepara a entrare nell’efficiente inferno aziendale, popolato da manager senza scrupoli, segretarie combattive e stagisti disperati. La trama si sviluppa come segue: ad ogni piano dell’edificio, affrontiamo ondate crescenti di nemici, ciascuno pronto a tutto pur di impedirci di raggiungere la vetta. Non c’è un vero e proprio focus narrativo: le battute nonsense, i dialoghi demenziali e il susseguirsi di promozioni/autoparodie costituiscono il vero motore delle vicende. L’obiettivo narrativo: spodestare il CEO e prendere possesso della poltrona più ambita si ripete in un loop che trasforma il climax aziendale in una compiaciuta satira.
   

 
La costruzione del mondo narrativo è minimale ma funzionale. Ogni piano, ogni personaggio e ogni situazione sono studiati per accentuare l’assurdità lavorativa, con gag e stereotipi che pescano dalla cultura pop: l’impiegato che combatte, la segretaria armata, il manager fanfarone e il CEO finale che, una volta sconfitto, si arrende di malavoglia, alimentando il perpetuo ciclo della promozione. Il racconto lascia spazio all’immaginazione del giocatore, evitando volutamente approfondimenti eccessivi: tutto è pensato per fungere da contesto al gameplay, senza risultare mai invasivo o pedante. Stick it to the Stickman non vuole raccontare una storia, ma invitare a vivere (e subire!) il tormento della scalata gerarchica. Il gioco, attualmente in Early Access, non dispone della lingua italiana nei dialoghi.
 
Nonostante la linearità, emergono piccole chicche narrative che sorprendono. Il ciclo promosso dalla promozione, l’ironia delle situazioni, le citazioni tra le mosse e gli oggetti che utilizziamo evocano una dimensione comica che si mescola perfettamente con l’immedesimazione chi non ha mai desiderato “lanciare” un collega fuori dalla finestra in una giornata storta? Il repertorio delle mosse, da pugni a colpi bassi, passando per flatulenze tattiche e oggetti rubati dall’ufficio arricchisce la narrazione ambientale, più che sviluppare una trama vera e propria. Nonostante si avvertano ancora alcune zone d’ombra nella caratterizzazione dei personaggi e nelle motivazioni, la forza di Stick it to the Stickman è proprio nel concentrarsi sull’assurdo e nel non prendersi mai sul serio.
 

 

Il gameplay di Stick it to the Stickman

Sin dai primi minuti, Stick it to the Stickman conquista per la sua formula immediata e travolgente. Il sistema di combattimento si basa sulla fisica ragdoll, offrendo un mix di mosse che spaziano dal semplice pugno al roundhouse kick, passando per attacchi speciali che sfruttano gli oggetti da ufficio e le bizzarrie della comicità slapstick. Ogni piano della torre lavorativa rappresenta un’arena che diventa via via più intricata e caotica, con nemici che si stratificano per tipologie, comportamenti e varietà di attacchi. Il combat system si risolve spesso in combo veloci e devastanti, mentre le variabili randomiche degli upgrade spingono a sperimentare nuove strategie run dopo run.
   

Stick it to the Stickman rappresenta uno di quegli indie che lasciano il segno

 
Siamo di fronte a un roguelike beat-‘em-up che punta sull’immediatezza: ad ogni run, la combinazione di mosse disponibili e possibili upgrade è generata casualmente, creando sequenze sempre diverse e un senso costante di freschezza. Ci muoviamo lateralmente, concatenando attacchi semplicemente con un tasto, mentre la fisica dei corpi e degli oggetti regala scene esilaranti e spesso imprevedibili. La varietà degli ambienti non è eccessiva, ma la possibilità di scegliere tra centinaia di variazioni nelle combo, power-up e oggetti interattivi garantisce grande rigiocabilità. Il gioco supporta il multiplayer locale, permettendo di condividere il caos con un amico funzione che nella nostra redazione ha generato picchi di battaglie furibonde e lacrime dalle risate (il multiplayer online non è ancora disponibile, ma sembra essere fra le richieste più pressanti ndr.).
 
La curva di apprendimento è morbida, pensata per far divertire tanto i neofiti quanto i giocatori più esperti. La semplicità dei controlli non significa mancanza di profondità: la varietà delle mosse, la possibilità di upgrade e la costante alternanza tra attacco, difesa e sfruttamento dell’ambiente rendono ogni partita unica. Gli sviluppatori hanno inserito una modalità “PC deboli” che adatta la resa grafica senza sacrificare fluidità, potenziando così l’accessibilità anche per chi non ha una macchina performante. Dal punto di vista della progressione, la scalata alla vetta offre soddisfazione costante: ogni sconfitta è uno stimolo a migliorare e scoprire nuove combinazioni, mentre il loop narrativo spinge a “fare ancora una run”, allungando la longevità ben oltre le aspettative.
  
Non mancano alcune aree di miglioramento: la mancanza di una progressione più strutturata nella personalizzazione del personaggio si fa sentire dopo qualche ora, e alcuni power-up risultano nettamente superiori ad altri, sbilanciando talvolta alcune run (stiamo aspettando con ansia l’implementazione di nuovi contenuti e bilanciamenti negli aggiornamenti futuri! ndr.). Il supporto a controller e Steam Deck è già solido, grazie a patch correttive rapide e a una buona resa generale delle prestazioni: anche nelle battaglie più affollate, il gioco si mantiene stabile con pochi cali di frame rate, garantendo un comfort di gioco apprezzabile.
 

 

L'arte e la tecnica di Stick it to the Stickman

La direzione artistica di Stick it to the Stickman è uno degli aspetti più convincenti: il mondo degli stickman è minimalista, ma incredibilmente espressivo e carismatico. La scelta di rappresentare personaggi e ambientazioni con pochi tratti grafici diviene un punto di forza invece che una limitazione, accentuando il senso di immediatezza visiva e facilitando la lettura delle scene anche nei momenti più caotici. Gli ambienti sono ricchi di dettagli ironici, con scale aziendali colorate, oggetti parodistici e sovrabbondanza di effetti speciali volutamente esagerati. Ogni colpo, ogni mossa e ogni interazione risulta leggibile, brillante e in sintonia con la comicità slapstick che permea il gioco. La palette cromatica varia fra tonalità accese e fondi neutri, facilitando la riconoscibilità dei personaggi e delle situazioni, mentre la varietà delle animazioni, pur nella semplicità, riesce a restituire un grande senso di movimento e dinamismo.
  
Sul fronte tecnico, Stick it to the Stickman si dimostra leggero e accessibile. Il motore grafico non è all’avanguardia, ma riesce a garantire prestazioni stabili anche su PC meno performanti, grazie a un’ottimizzazione attenta e alla modalità dedicata ai “PC deboli”. Durante i test, il titolo si è dimostrato stabile con frame rate costanti a 30 FPS (in alcune aree si spinge fino a 40 FPS), anche con lo schermo pieno di nemici e oggetti. Il supporto a controller è già ben implementato, mentre l’assenza di HDR, poche opzioni di customizzazione e la mancata risoluzione 16:10 sono dettagli che potrebbero essere sistemati nelle successive patch, data la natura “in divenire” dell’early access. La modalità cloud save funziona, facilitando la ripresa delle partite e l’adattamento al ritmo di gioco plug-and-play. 
 
Il comparto audio merita una menzione speciale: l’accompagnamento sonoro spazia fra musiche d’impatto, effetti cartoon, e suoni secchi che sottolineano ogni colpo e gag visiva. Il sound design è studiato per accentuare la comicità slapstick, con effetti che spaziano dal rumore delle botte a quelli più “imbarazzanti” (flatulenze, urla caricaturali ecc.). Non siamo davanti a una colonna sonora memorabile, ma la coerenza audio-visiva rafforza il ritmo e accompagna l’azione senza risultare mai invasiva o ripetitiva. L’assenza di doppiaggio è compensata dalla forza dell’impatto sonoro e dalla capacità del giocatore di immergersi nell’azione senza distrazioni (qui alcuni di noi avrebbero gradito qualche voce in più, soprattutto per le battute nonsense ndr.).
 

 

Stick it to the Stickman

Dopo ore passate tra pugni, promozioni e corse disperate verso la cima della gerarchia, possiamo affermare che Stick it to the Stickman rappresenta uno di quegli indie che lasciano il segno. È un gioco che diverte, fa ridere e, a tratti, fa anche riflettere sul mondo che parodia. La sua genialità risiede nella semplicità: poche regole, tanta libertà e un cuore fatto di pura ironia. Perfetto per partite brevi ma intensissime, brilla soprattutto quando condiviso con un amico. Non sarà un capolavoro tecnico, ma è un’esperienza che riesce a incarnare perfettamente l’anima Devolver: sfrontata, spietata e irresistibilmente divertente. In un panorama spesso saturo di titoli seriosi, Stick it to the Stickman ci ricorda perché, ogni tanto, è bello prendersi a pugni con la vita... anche se lo si fa con uno stickman.

8.00

Trama 7.00

Gameplay 8.50

Arte e tecnica 8.00

Pro:

ironico e surreale

gameplay immediato

Contro:

progressione un po' superficiale

manca l'italiano

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