Soli contro tutti?
Dopo una lunga attesa, la serie
Dynasty Warriors (se vi siete persi
la nostra recensione di Dynasty Warriors Empires correte a leggerla) torna con un capitolo che promette di rinnovare l’esperienza musou:
Dynasty Warriors: Origins. Sviluppato da
Omega Force e pubblicato da
Koei Tecmo (che ringraziamo per il codice fornitoci per testare il titolo), questo titolo mira a offrire una prospettiva fresca sugli eventi storici della
Cina dei Tre Regni, introducendo nuove meccaniche di gioco e una narrazione più approfondita. Ma sarà riuscito a soddisfare le aspettative dei fan di lunga data e ad attirare nuovi giocatori? Scopriamolo insieme nella nostra
recensione di Dynasty Warriors: Origins per PC (giocato su Steam Deck).
La trama di DYNASTY WARRIORS: ORIGINS
Dynasty Warriors: Origins ci porta nuovamente nel tumultuoso periodo dei
Tre Regni, ma con una prospettiva narrativa più focalizzata e personale. A differenza dei precedenti capitoli, che offrivano una panoramica corale degli eventi storici, questo nuovo episodio ci mette nei panni di Ziluan, un mercenario senza memoria noto come il “Viandante”. Il suo viaggio lo porterà a scoprire segreti celati nel caos della guerra, scontrandosi con figure storiche ben note e alleandosi con personaggi inediti. La scelta di un protagonista unico permette una maggiore profondità emotiva e una connessione più diretta con la storia, rendendo ogni battaglia non solo una questione di conquista territoriale, ma anche un tassello fondamentale del suo percorso di crescita personale.
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La
trama di Dynasty Warriors: Origins è scandita da una narrativa più lineare e cinematografica rispetto ai capitoli precedenti. Le cutscene ben realizzate e i dialoghi curati ci immergono negli intrighi politici e nelle rivalità personali che alimentano il conflitto. L’evoluzione di Ziluan è al centro dell’esperienza, permettendo di esplorare la sua relazione con gli altri generali e la sua visione del mondo in continua evoluzione. Tuttavia, la scelta di focalizzarsi su un solo protagonista potrebbe far storcere il naso ai fan storici della saga, abituati a una vasta gamma di personaggi giocabili. L’approfondimento della sua storia, però, offre una prospettiva inedita e più intima sugli eventi.
La
localizzazione in italiano rende accessibile la complessità della trama anche a chi non mastica l’inglese o il giapponese, garantendo una maggiore immersione. Le sfumature culturali e le rivalità tra i signori della guerra sono ben raccontate e permettono di comprendere meglio le motivazioni dietro le battaglie. I dialoghi, pur con qualche forzatura narrativa, riescono a tenere alto l’interesse e a conferire un senso di urgenza alla missione del protagonista. Grazie a una sceneggiatura ben calibrata e a personaggi secondari intriganti, la trama di
Dynasty Warriors: Origins risulta essere uno degli aspetti più curati del titolo.
Il gameplay di DYNASTY WARRIORS: ORIGINS
Il
gameplay di Dynasty Warriors: Origins mantiene il cuore pulsante della serie, ossia il combattimento “uno contro mille”, ma introduce una serie di novità che ne arricchiscono la formula. La presenza di meccaniche di schivata e contrattacco, insieme a un sistema di abilità personalizzabili, aggiunge un ulteriore livello di strategia agli scontri. Non si tratta più solo di premere furiosamente i tasti, ma di leggere le azioni dei nemici, scegliere il momento giusto per attaccare e sfruttare al massimo le abilità del protagonista. Questa evoluzione rende le battaglie più dinamiche e meno ripetitive, offrendo un grado di sfida maggiore rispetto ai precedenti capitoli.
Dynasty Warriors: Origins riprende la formula classica dei musou ma introduce tante piccole novità super interessanti
Una delle novità più interessanti è
l’introduzione dei duelli contro i generali nemici. Questi scontri uno contro uno richiedono un approccio più ragionato e strategico, richiamando quasi le meccaniche di un action RPG. Durante questi duelli, il giocatore dovrà padroneggiare al meglio le capacità di Ziluan, facendo attenzione ai pattern di attacco degli avversari e utilizzando abilità speciali per ribaltare la situazione. Tuttavia, il gioco mantiene comunque il classico gameplay frenetico della serie, con vasti campi di battaglia da conquistare e orde di nemici da affrontare.
La
progressione del personaggio è stata rinnovata, permettendo di sbloccare nuove abilità e potenziamenti in base allo stile di combattimento preferito. Le missioni secondarie offrono l’opportunità di ottenere risorse preziose per migliorare l’equipaggiamento, aumentando il senso di progressione e personalizzazione. Tuttavia, alcune meccaniche di gioco, come la ripetitività delle missioni e la gestione dell’intelligenza artificiale dei compagni, potrebbero risultare ancora migliorabili. Complessivamente, però, il gameplay di Dynasty Warriors: Origins riesce a mantenere il fascino della serie introducendo elementi di modernizzazione che lo rendono più vario e strategico.
L'arte e la tecnica di DYNASTY WARRIORS: ORIGINS
La
direzione artistica di Dynasty Warriors: Origins si ispira ai classici paesaggi della Cina antica, presentando ambientazioni maestose e ricche di dettagli. Dai vasti campi di battaglia alle città fortificate, ogni location è stata realizzata con grande cura, offrendo una rappresentazione vivida e credibile del periodo storico. I personaggi vantano design curati, con armature dettagliate e uno stile che fonde realismo e spettacolarità in perfetta armonia. Le scene cinematografiche sono ben costruite e riescono a trasmettere l’epicità degli eventi narrati, immergendo il giocatore in un mondo credibile e affascinante.
Dal punto di vista tecnico, il gioco sfrutta le capacità delle console di nuova generazione per garantire battaglie su larga scala con migliaia di nemici su schermo senza perdere fluidità. Grazie a un sistema di rendering avanzato, le animazioni risultano più fluide e realistiche rispetto ai capitoli precedenti, rendendo gli scontri ancora più spettacolari. Tuttavia, la ripetizione di alcuni modelli di nemici e ambientazioni potrebbe far percepire una certa monotonia visiva nelle fasi avanzate del gioco. Anche se l’ottimizzazione generale è buona, alcune leggere incertezze nei frame rate possono emergere durante le battaglie più caotiche. Considerate che
abbiamo giocato a Dynasty Warriors: Origins su Steam Deck e non abbiamo trovato problemi di sorta sulla portatile di casa Valve: il titolo è godibilissimo anche in portabilità.
La colonna sonora epica accompagna perfettamente le varie fasi della battaglia. Le tracce musicali spaziano da melodie orchestrali a brani più moderni, mantenendo sempre un tono solenne e adrenalinico. Gli effetti sonori, dalle spade che si scontrano ai tamburi di guerra che scandiscono il ritmo della battaglia, contribuiscono a creare un’atmosfera coinvolgente. Il doppiaggio in diverse lingue, inclusa l’italiana, è di buon livello e riesce a dare spessore ai personaggi, rendendo le scene di intermezzo ancora più godibili.