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Recensione Deadly Days: Roadtrip per PC

Alla ricerca di un titolo alla Vampire Survivors? Seguiteci nella recensione di Deadly Days: Roadtrip per PC

Banana Vs Zombie

Deadly Days: Roadtrip per PC è un sorprendente ritorno firmato dai ragazzi di Pixelsplit, un piccolo studio tedesco che ci ha abituati a titoli insoliti e ricchi di personalità come Revel (2024) e Indoorlands (2022). Questa volta la casa di sviluppo decide di abbandonare i lidi del parco divertimenti e dell’horror psicologico per lanciarsi in un viaggio folle attraverso un’apocalisse zombie in pieno stile roguelite. Il risultato è un mix travolgente di follia organizzata, strategia e ironia, un titolo che riesce a trovare un suo spazio tra gli shooter automatici e la gestione dell’inventario più maniacale. In effetti, Deadly Days: Roadtrip non è solo un titolo da vivere, ma da costruire un blocco dopo l’altro, letteralmente. L’idea di fondere il concetto di roadtrip — un viaggio a tappe, pericoloso e caotico — con un sistema di progressione tattica a mappa dinamica ricorda un po’ i flussi di Slay the Spire e un po’ la tensione di FTL. Tutto però viene presentato con lo spirito leggero e dissacrante tipico dello studio. Se amate i roguelite che non si prendono troppo sul serio, ma che sanno nascondere una profondità ludica sotto una patina ironica, seguiteci nella nostra recensione di Deadly Days: Roadtrip.
 

 

La trama di Deadly Days: Roadtrip

Il mondo di Deadly Days: Roadtrip ci accoglie con la consapevolezza che qualcosa è andato terribilmente storto. L’apocalisse zombie non è solo scoppiata, è diventata parte integrante della quotidianità. La civiltà è collassata e ciò che resta sono pochi sopravvissuti pronti a lanciarsi in un viaggio disperato e tragicomico per trovare una via di fuga. Non c’è un vero e proprio filo narrativo nel senso classico del termine, perché la narrazione è affidata a frammenti di testo, scorci ambientali e soprattutto all’incontro con le eccentriche figure che popolano le varie tappe del nostro viaggio. Ogni run racconta una storia diversa, fatta di piccoli successi e disastri rocamboleschi, ed è proprio questa la chiave dell’esperienza narrativa: non la trama, ma le microstorie che emergono da ogni decisione.
  

   
Gli sviluppatori hanno voluto mantenere intatta quella leggerezza che già caratterizzava il primo Deadly Days, ma qui c’è un passo in più verso la coerenza interna del mondo di gioco. Gli zombie non sono semplicemente una massa informe di carne ambulante: rappresentano anche la reiterazione di un ciclo, la spirale dell’assurdo che accompagna il giocatore lungo il suo viaggio su quattro ruote. La scrittura, pur minimale, colpisce per l’ironia e per i dettagli ambientali disseminati tra una stazione di servizio abbandonata e un campeggio infestato. Si ride spesso, ma si percepisce anche quella malinconia che accompagna ogni buona storia di sopravvivenza, un dualismo molto ben bilanciato.
   
Infine, va detto che ogni personaggio porta con sé piccoli frammenti di lore che, pur senza rivoluzionare la narrazione, riescono a conferirle respiro e motivazioni personali. Da chi ha perso la propria famiglia e vuole solo arrivare al mare, a chi è troppo eccentrico per comprendere veramente la tragedia in corso, le personalità che incontriamo delineano quel mosaico tragicomico che contraddistingue l’identità della serie. Non mancano i riferimenti alla cultura pop e ai cliché del cinema post-apocalittico, ma sempre filtrati con quel gusto per il paradosso che rende il tutto irresistibile. Deadly Days: Roadtrip è localizzato in italiano, un dettaglio non scontato e che facilita l’immersione nel suo umorismo strampalato.
 

 

Il gameplay di Deadly Days: Roadtrip

Pad alla mano, Deadly Days: Roadtrip è un perfetto concentrato di gestione strategica e caos controllato. L’idea centrale è quella del viaggio a tappe: la mappa ad albero ci consente di scegliere la prossima destinazione, valutando parametri legati alla quantità di risorse, alla benzina disponibile e alla dimensione dell’area. La struttura roguelite è fortemente presente, con livelli generati proceduralmente che offrono ogni volta nuove sfide e layout imprevedibili. Il giocatore deve costantemente bilanciare la necessità di raccogliere loot utile come armi, cibo e carburante con quella di non restare troppo a lungo in una determinata zona, poiché il tempo trascorso aumenta la difficoltà e la quantità di nemici in campo. Una scelta riuscita che sostituisce la pressione artificiale di un timer con una progressione naturale della minaccia (un sistema che funziona sorprendentemente bene ndr.).
  

Deadly Days: Roadtrip è una piacevole sorpresa e una conferma della maturità raggiunta da Pixelsplit nel suo approccio all’indie game design.

 
La vera trovata del gioco, però, è il sistema dello zaino. Invece del classico inventario a liste o griglie standard, Deadly Days: Roadtrip trasforma la gestione degli oggetti in un puzzle tattico: ogni elemento raccolto occupa un certo numero di blocchi e, posizionato correttamente, può potenziare altri equipaggiamenti adiacenti. È un meccanismo semplice da comprendere, ma con una profondità enorme. Si creano sinergie tra armi, potenziamenti e gadget, permettendo combinazioni devastanti (o fallimentari, se non si presta attenzione). Il sistema di crafting e fusione di oggetti dona un senso di progressione tangibile, e l’interfaccia si dimostra chiara e funzionale anche nei momenti di massimo caos. Completando o fallendo una run, raccogliamo risorse permanenti spendibili nel campo base per sbloccare nuovi personaggi o potenziare la nostra struttura.
 
Dal punto di vista del combattimento, Deadly Days: Roadtrip punta tutto su un’azione frenetica ma leggibile. Si parla di un titolo “bullet heaven”, ovvero una versione più gestibile dei tradizionali “bullet hell”, dove la sensazione di potenza aumenta man mano che sblocchiamo oggetti e armi sempre più assurde. Ogni run può essere completamente diversa dall’altra, e la presenza di abilità speciali dona un pizzico di imprevedibilità che mantiene alta la tensione. Il ritmo di gioco è ottimo: nonostante la difficoltà crescente, l’esperienza non risulta mai ingiusta. Gli sviluppatori promettono l’aggiunta di nuovi biomi, modalità e personaggi, e anche nella forma attuale, in accesso anticipato, la varietà è già notevole.
 

 

L'arte e la tecnica di Deadly Days: Roadtrip

Sul piano artistico, Deadly Days: Roadtrip abbraccia una pixel art 2.5D vivace e dettagliata. Ogni ambientazione è immediatamente riconoscibile, con palette cromatiche che alternano tonalità accese a contrasti marcati per dare profondità e leggibilità alla scena. Gli zombie, stilizzati e grotteschi, si muovono in modo caricaturale, creando una sensazione di ironico orrore che ricorda i cartoni animati più cupi. Le animazioni, pur essenziali, comunicano energia e varietà; i dettagli ambientali come i cartelli arrugginiti o le vecchie pompe di benzina aggiungono quel gusto retrò che colloca perfettamente l’estetica tra nostalgia e modernità. Il tutto è coeso e coerente con l’umorismo caotico che permea l’esperienza.
 
Tecnicamente parlando, il titolo si comporta egregiamente. Testato su diverse configurazioni, anche medio-basse, mantiene una fluidità stabile e tempi di caricamento brevissimi. L’engine utilizzato restituisce una sensazione di immediatezza che è fondamentale per un roguelite, e in generale la gestione degli effetti particellari, soprattutto nelle esplosioni o nei momenti di combattimento più intensi, non intacca le prestazioni. La parte meno rifinita resta il bilanciamento: in alcune run capita che determinate combinazioni di oggetti risultino troppo efficaci, mentre altre sembrino quasi inutili. Ma considerando lo stato di accesso anticipato, è evidente che il team sia già al lavoro su patch correttive, e la stabilità complessiva resta solida e priva di crash.
 
Dal punto di vista sonoro, Deadly Days: Roadtrip conferma l’ottimo lavoro svolto da Pixelsplit anche in passato. La colonna sonora, composta da tracce elettroniche e synthwave, scandisce perfettamente il ritmo frenetico del viaggio, alternando momenti più adrenalinici a pause di relativa calma durante la gestione del campo base. Gli effetti sonori, sebbene volutamente esagerati, si inseriscono in un mix ben bilanciato che amplifica la sensazione di caos controllato. Le urla degli zombie, i colpi di fucile e i cigolii metallici del bus creano un soundscape riconoscibile e coerente. L’audio gioca anche un ruolo funzionale, segnalando con effetti distinti i drop di oggetti, le minacce in arrivo o i bonus sbloccabili, rendendo il tutto più leggibile e immersivo. Il doppiaggio è assente, ma i testi in italiano sono tradotti in modo accurato e mantengono l’umorismo originale.
 

 

Deadly Days: Roadtrip

Deadly Days: Roadtrip è una piacevole sorpresa e una conferma della maturità raggiunta da Pixelsplit nel suo approccio all’indie game design. Riesce a unire ironia, tensione, gestione e azione in un mix raramente così equilibrato. La sua struttura roguelite non fa pesare la ripetitività, anzi, spinge alla sperimentazione e alla curiosità. Grazie al geniale sistema dello zaino e alla varietà di biomi, ogni run resta fresca e stimolante, mentre la direzione artistica e sonora sigillano il tutto in un pacchetto dal grande carisma. Certo, qualche ritocco al bilanciamento e un po’ di contenuti aggiuntivi renderanno il titolo ancora più completo, ma anche così Deadly Days: Roadtrip si impone come una piccola perla per gli amanti del genere. Chi apprezza il caos dolcemente organizzato di Brotato o di Vampire Survivors troverà pane (e cervelli) per i propri denti.

8.00

Trama 7.00

Gameplay 8.50

Arte e tecnica 8.00

Pro:

sistema dello zaino ingegnoso e originale

gameplay frenetico ma bilanciato

Contro:

alcune build troppo squilibrate

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