Perdita, dolore e guarigione
Capita, alle volte, che alcuni titoli sappiano toccare corde del cuore a cui, difficilmente, il grosso delle produzioni non riesce ad avvicinarsi, oggi parliamo proprio di un titolo di questo tipo:
Selfloss. Sviluppato da
Goodwin Games e pubblicato da
Maximum Entertainment (
che ringraziamo per il codice fornitoci per testare il titolo ndr.), Selfloss porta il giocatore in un turbinio di emozioni, in un mondo strano, a tratti assurdo e cupo dove l'accettazione e la perdita sono al centro della produzione. Ma ora bando alle ciance, se volete saperne di più mettetevi comodi e seguiteci nella
recensione di Selfloss per PC.
La trama di Selfloss
Partiamo, come al solito, parlando della
trama. In
Selfloss, ci immergiamo nella struggente storia di
Kazimir, un anziano guaritore che affronta la sua personale battaglia contro il dolore e la perdita. Il titolo, che si traduce letteralmente come “perdita di sé”, riflette perfettamente il viaggio interiore del protagonista, che tenta di guarire la propria anima ferita mentre attraversa un mondo ispirato a miti slavi e islandesi. La storia si sviluppa in maniera
intima e riflessiva, con pochi dialoghi espliciti, lasciando che l’ambientazione e le azioni di Kazimir raccontino gran parte della narrazione. Questa scelta stilistica si traduce in un’esperienza profondamente emozionale, in cui i giocatori sono incoraggiati a interpretare e a riflettere sulla perdita, la morte e il senso di vuoto.
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Acconsento, mostra il video
Il punto forte della narrazione risiede nella sua capacità di evocare emozioni attraverso la sottigliezza.
Kazimir non è un eroe tradizionale, è un uomo fragile e vulnerabile, che porta il peso di una vita segnata dal dolore. Ogni incontro con le creature che popolano questo mondo magico serve a esplorare ulteriormente il tema della sofferenza. Il
ritmo della narrazione è piuttosto lento, il racconto viene sviscerato passo dopo passo. Le fasi di esplorazione sono spesso interrotte da puzzle o combattimenti che, pur essendo coerenti con l’ambientazione e il tono del gioco, possono rallentare ulteriormente l’avanzamento. Prima di passare a parlare del gameplay vogliamo ricordarvi che
Selfloss è localizzato in italiano.
Il gameplay di Selfloss
Il
gameplay di Selfloss si basa su una miscela di esplorazione, risoluzione di enigmi e combattimenti, con il bastone magico di
Kazimir al centro di tutte le meccaniche di gioco. Questo bastone, utilizzabile sia come strumento che come arma, è fondamentale per risolvere puzzle ambientali e affrontare le creature deformi note come
miasmi. L’idea di base è interessante e aggiunge un livello di profondità al gameplay, ma non sempre funziona come ci si aspetterebbe: i controlli del bastone (
ad esempio ndr.) possono risultare macchinosi e poco reattivi, rendendo i combattimenti frustranti.
Selfloss mixa esplorazione, risoluzione di enigmi e combattimenti in modo intelligente
I puzzle proposti soffrono poi di una certa ripetitività. Col progredire del gioco, si ha spesso la sensazione di affrontare enigmi simili, il che riduce l’effetto sorpresa e può risultare monotono per alcuni giocatori. Uno degli aspetti più interessanti del gameplay è
l’interazione con le creature del mondo di Selfloss: aiutare queste anime in pena è la chiave per avanzare nel gioco e rappresenta un forte elemento narrativo.
Qualche problema
Selfloss lo mostra nel ritmo di gioco che invita alla contemplazione e alla pazienza, ma non tutti apprezzeranno il suo ritmo lento e riflessivo. I momenti di tensione sono pochi e brevi, mentre l’esplorazione e la risoluzione dei puzzle occupano gran parte del tempo di gioco.
L'arte e la tecnica di Selfloss
Quello che lascia invece, fin dai primi attimi, davvero colpiti è la direzione artistica:
Selfloss è un vero capolavoro visivo. Ispirato al folklore slavo e islandese, il gioco presenta un mondo di straordinaria bellezza e malinconia, fatto di isole fluttuanti, mari infiniti e creature fantastiche. Gli sviluppatori di
Goodwin Games, un piccolo studio indipendente, hanno fatto un lavoro impressionante nella creazione di un’atmosfera che riesce a essere al contempo cupa e magica. Ogni dettaglio visivo, dalle creature ai paesaggi, contribuisce a creare un mondo che sembra sospeso tra la vita e la morte.
Selfloss non è privo di problemi tecnici, durante le nostre partite abbiamo notato cali di frame rate durante le transizioni tra scene o dopo cutscene particolarmente elaborate. Anche se questi problemi non sono tali da compromettere l’esperienza complessiva, possono risultare fastidiosi, soprattutto per chi cerca una fluidità costante. Fortunatamente, riducendo le impostazioni grafiche, è possibile mitigare in parte questi inconvenienti. Complessivamente, tuttavia, il comparto grafico riesce a sostenere il peso della narrazione e del gameplay, offrendo un’esperienza visiva che resta impressa. Decisamente affascinante è la colonna sonora di
Selfloss in grado di trascinare il giocatore nelle lande desolate percorse da
Kazimir.