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Recensione The Long Reach - Combatti i tuoi incubi

The Long Reach e' un'avventura grafica in salsa horror dai risvolti psicologici molto interessanti. Merge Games e Painted Black Games hanno saputo proporre un titolo innovativo? Scopriamolo insieme!

Svegliati!

Il sonno, gli incubi e i sogni sono spesso protagonisti di storie, film e anche videogame. Oggi parliamo di un titolo che opera sulla sottile linea rossa che divide sogno ad occhi aperti da realtà e allucinazione. The Long Reach è un gioco che ci catapulta in un mondo dove capire cosa è vero e cosa no è sempre più complesso.

The Long Reach

La trama di The Long Reach

Se i vostri incubi peggiori si materializzassero davanti ai vostri occhi come reagireste? E se oltre ai vostri incubi vi trovaste a vivere quelli di qualcun altro? E’ con queste due domande che The Long Reach si presenta agli occhi del videogiocatore. La partenza del titolo è tranquilla, quasi ordinaria: siamo all’interno di un negozio, uno come tanti di quelli che si possono trovare a Baervox, una tranquilla cittadina del New Hampshire, e anche la giornata non sembra far presagire niente di che, tutto è estremamente “normale”.

Questo fino a quando non ci troviamo catapultati in quella che sembra una vera e propria realtà alternativa, e questo cambio arriva in modo repentino, violento e inaspettato. Per rendere le cose più fantascientifiche di quello che sembravano scopriamo che in The Long Reach un particolare software è in grado di condividere esperienze tra le persone. A causa di un bug nel programma però il sistema è in grado di condividere anche paure e incubi dei vari individui, ed è proprio da questo errore che nascono tutte le mostruosità che incontreremo sul nostro cammino.

Immaginate di trovarvi davanti gli incubi e le paure delle persone intorno a voi in metro, o sul bus, avreste a che fare con orrori di cui non conoscete i punti deboli, ne la causa o come vanno affrontati. In The Long Reach siamo chiamati a combattere contro di essi e lottare per la nostra sopravvivenza e non solo.

The Long Reach

Il gameplay di The Long Reach

Se dovessimo definire The Long Reach con un solo termine o inserirlo in un genere di videogiochi rientrerebbe di diritto nella categoria delle avventure grafiche punta e clicca, si un po’ come quelle che, ad inizio anni novanta, la facevano da padrona sui pc di tanti di noi. The Long Reach si presenta, in effetti, come un’avventura in cui il nostro compito sarà quello di far luce sui avvenimenti che vi vengono narrati durante la nostra partita trovando le soluzioni ai vari (grandi e piccoli) enigmi che ci vengono proposti.

E’ con un sistema ormai rodato che i ragazzi di Painted Black Games hanno voluto raccontarci una storia interessante e piena di colpi di scena. Le macchine di gioco sono quindi abbastanza classiche ma unite ad un comparto quasi da survival horror che ne modifica radicalmente la fruizione. Stewart, il nostro protagonista, non potrà infatti fare nulla contro gli abomini che gli si parano davanti, se non nascondersi e sperare di passare inosservato. Questo meccanismo riesce a tenere alta la tensione di gioco ed è implementato nel titolo con una semplicità disarmante. Il nostro protagonista, oltre a nascondersi, può correre, saltare e interagire con gli elementi a schermo al fine di risolvere i vari puzzle proposti e proseguire di livello in livello.

Pur non presentando quindi niente di nuovo sotto il profilo delle meccaniche di gioco in senso stretto, The Long Reach riesce ad appassionare il giocatore e a tenerlo incollato allo schermo per tutta la durata dell’avventura che, ahinoi, si conclude dopo circa 6/7 ore di gioco, un tempo non esageratamente lungo ma nemmeno eccessivamente breve. Piccola nota dolente per i non anglofoni: il titolo non è localizzato in italiano e quindi una conoscenza decente dell’inglese è un requisito fondamentale per non perdersi pezzi della storia e della narrazione. 

The Long Reach

L’arte e la tecnica di The Long Reach

Dal punto di vista artistico e tecnico The Long Reach si presenta con una struttura grafica in pixel art di ottima fattura. Come molte delle produzioni indie sul mercato, Painted Black Games ha optato per questa soluzione per la realizzazione del titolo. La qualità della pixel art è indubbia e gli sviluppatori hanno sapientemente utilizzato questa tecnica per ricreare atmosfere horror e di terrore senza dover necessariamente lavorare di fino sulla definizione dei mostri o dell’ambiente.

E’ forse proprio la scelta di usare questa tecnica che da un ulteriore valore aggiunto alla produzione, calandola da un lato nella più classica delle presentazioni del genere avventura grafica e dall’altro nel dimostrare come la pixel art riesca ad adattarsi benissimo anche ad atmosfere più tetre di quelle a cui siamo abituati (come abbiamo già avuto modo di vedere nella recensione di The Count Lucanor o nella recensione di The Binding Of Issac: Afterbirth+). Molto ben realizzata anche la colonna sonora che riesce ad adattarsi perfettamente alla atmosfere messe in campo dalla produzione e dare un ulteriore valore aggiunto al titolo. Sotto il profilo tecnico non abbiamo annotazioni da fare, il titolo si è dimostrato solido e non abbiamo riscontrato problemi di nessun genere. 

The Long Reach 

The Long Reach

The Long Reach è un’avventura grafica moderna che strizza l’occhio al passato. Riesce a contaminare il genere “avventura grafica” con quello survival horror senza cadere nell’eccesso in nessuno dei due mondi. I ragazzi di Painted Black Games hanno saputo imbastire una storia interessante che attira a se il giocatore e lo fa restare incollato allo schermo anche solo “per sapere cosa succede dopo”, peccato che non sia tradotto in italiano e che per sviscerare a fondo il titolo è necessaria una conoscenza sufficiente della lingua inglese.

8

Trama 8.00

Gameplay 8.00

Arte e tecnica 8.00

Pro:

gameplay rodato

Contro:

manca l’italiano

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